Ritorna la nostra apprezzatissima nuova rubrica sugli itinerari da segnarsi e realizzare appena il Covid allenterà la morsa.
Per vedere come era l’Umbria in tempi antichissimi non c’è bisogno di accontentarsi dell’immaginazione : possiamo vederlo con i nostri occhi anche con una breve gita tra Dunarobba e Amelia.
Nel comune di Avigliano Umbro infatti è possibile visitare una foresta fossile risalente a due milioni di anni fa : un fortunato processo di fossilizzazione ci regala la possibilità, recandoci nel parco di Dunarobba, di trovarci di fronte a possenti tronchi di maestose conifere che formavano una foresta lungo le sponde dell’antico lago tiberino molto prima che qualunque essere umano abitasse la nostra regione.
Difficile spiegare la sensazione che si prova nell’avvicinarsi a così tanti antichissimi alberi ancora nella posizione di vita con il loro protendersi e piegarsi verso la luce e con i tronchi in cui ogni venatura lignea è ancora visibile: bisogna solo andare a vedere ed usufruire delle interessanti visite guidate offerte dal parco.
Dopo questa avventura nell’Umbria prima degli umbri, vi consigliano di spostarvi nella vicina Amelia dove, con appena venti chilometri di strada, si può fare un altro salto nel tempo, questa volta per incontrare gli antichi,anzi antichissimi, Umbri. Plinio il giovane infatti scriveva “la gente umbra è considerata la più antica d’Italia, tanto che si ritiene che fossero chiamati Ombrioi dai Greci per essere sopravvissuti alle piogge dopo il diluvio”.
E questo popolo antichissimo ha lasciato testimonianza proprio ad Amelia di un loro capolavoro, una poderosa cinta muraria costituita da enormi blocchi accostati ad incastro senza malta : mura poligonali che i greci chiamavano “ciclopiche” perché immaginavano costruite in epoca mitica da un popolo di giganti, con forze sovraumane.
Oggi sappiamo che non si tratta di una miracolosa opera mitica e riconosciamo invece in esse la grande capacità ingegneristica degli umbri di 2500 anni fa e possiamo godere della bellezza di questa splendida opera di difesa militare, pacificamente passeggiando lungo il percorso di questa bellissima cinta muraria.
La parte meridionale (scendendo dal Teatro Civico) in particolare regala scorci paesaggistici e naturalistici incantati con un’area di sosta finale nei giardini attrezzati dove riposarsi al termine di questo emozionante viaggio nel tempo.
Francesca Berardi