Spoleto nel week end pasquale ha visto finalmente riempirsi le starde del centro, gli alberghi, i ristoranti e così via. Se da una parte c’è il giusto trionfalismo degli organizzatori, che con Spoleto Tipica hanno contribuito a questo semi- miracolo, dall’altra cresce l’esigenza di vedere tutti gli aspetti della città degni di un decoro che può ben impressionare il turista. Ecco quindi le indicazioni o osservazioni che Marco Marzapane ci ha inviato e che noi rigiriamo all’assesore Lisci con delega all’arredo urbano.
E che dire del giro della Rocca completamente al buio la sera di Pasqua, con la strada completamente imbrattata di scritte che aumentano di giorno in giorno senza che nessuno faccia qualcosa.
Con i giardini sotto la Casina dell’ippocastano che hanno la metà delle luci rotte ormai da mesi, una scala transennata solo ora nonostante fosse completamente distrutta da tempo.
Questi sono solo alcune delle innumerevoli incurie che non dovrebbero assolutamente esserci in una città che si dice turistica.
A queste osservazioni vorremmo aggiungere una situata sempre nelle vicinanze del Ponte delle Torri. Nel 1786 J. Wolfang Goethe, il grande poeta e scrittore tedesco, venne rapito dalla bellezza della nostra città ed in particolare dalla Rocca e dal Ponte appunto, dedicadogli dei versi stupendi. I suddetti versi sono stati scritti in una lapide (nella foto) , ma ora il passare del tempo li ha resi assolutamente illeggibili. Sarebbe quindi auspicabile che si provveda a restaurare la lapide per permettere a tutti di capire, visto che ce n’è ancora bisogno, quali bellezze abbiamo a Spoleto e quale sia il nostro compito nel tramandarle ai posteri. Goethe scriveva così…….”E’ questa la terza opera degli antichi che inanzi a me e di cui osservo la stessa impronta, sempre grandiosa. L’arte architettonica degli antichi è veramente una seconda natura, che opera conforme agli usi e agli scopi civili “.
Meditate gente, meditate.