La denuncia dei docenti precari umbri della scuola pubblica

Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato docenti precari terza fascia della scuola pubblica.

Il Ministero con le sue disposizioni tradisce le aspettative di decine di migliaia di precari della scuola italiana. Il Precariato pubblico rappresenta un cantiere sempre aperto, tra nuove cause pregiudiziali in Corte di giustizia e nuove procedure di infrazione aperte dalla Commissione Ue.

La Corte europea si è espressa dichiarando illegittima la reiterazione dei contratti a termine oltre i 36 mesi di servizio anche non continuativo emanando importanti disposizioni, tra le quali la Direttiva N.1999/70 CE, che stabiliscono criteri certi per tutelare e garantire la stabilizzazione del rapporto di lavoro dei docenti precari.

Anche il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) definisce questa procedura straordinaria computer based inadatta ad accertare l’esperienza professionale maturata dai docenti; inoltre, aggiunge che lo stato di emergenza dichiarato consente, nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico, di individuare appropriati provvedimenti che permettano l’immediata funzionalità di tutte le scuole del Paese a partire dal 1° settembre 2020, assicurando in ogni classe la presenza di personale stabile, motivato e formato professionalmente, e rendendo effettivo a tutti gli studenti il diritto costituzionale all’istruzione.

Ciò, secondo il CSPI, non potrà essere garantito dalle procedure concorsuali ex lege 159, pensate per tempi ordinari. E’, pertanto, “fortemente auspicabile una riflessione da parte del Ministero in merito alla possibilità di assumere procedure concorsuali le più semplificate possibili, che tengano conto essenzialmente del periodo di servizio già prestato e delle esperienze culturali e professionali possedute dai docenti”.

Proviamo a chiedere a qualsiasi genitore responsabile cosa sceglierebbe per i suoi figli, un docente abilitato con percorso formativo attivo all’università con ulteriore esame finale selettivo al termine dell’anno di prova di ruolo, oppure un automa che vince la lotteria delle 80 crocette in 80 minuti? Domandiamoci allora se questo sia il sistema migliore per garantire un adeguato funzionamento della scuola pubblica particolarmente oggi, minata da un’ epidemia planetaria, oppure il metodo più idoneo a gettare le basi per una nuova generazione di esodati che nonostante tutto continua a garantire con il suo impegno il diritto all’istruzione! Diciamo le cose realmente come stanno!

Le assunzioni sbandierate dalla ministra Azzolina dovranno essere assorbite in tre anni, che vuol dire una media di 8000 assunzioni l’anno a fronte di oltre 200000 cattedre vacanti attuali cui si aggiungeranno gli oltre 25000 pensionamenti annuali tra ordinari e Quota Cento! Chi si assumerà la responsabilità di mobilitare tra commissari e candidati oltre 120000 persone con il rischio di ulteriori contagi? Ciò che è certo è che ad oggi, dopo anni di battaglie per il diritto al lavoro,siamo supportati dai pareri di istituti giuridiche nazionali ed internazionali, dal CSPI del MIUR, da tanti amici colleghi di ruolo, dagli studenti che ambiscono alla continuità didattica, dai sindacati, persino dalle forze politiche di maggioranza e opposizione che per la prima volta sembrano unite nella comunità di intenti dopo oltre 70 anni di storia della Repubblica; non resta che dare seguito alla volontà politica espressa in tanti comunicati, bisogna agire ora con coerenza usufruendo gli strumenti costituzionalmente riconosciuti a nostra disposizione!

Assumere i docenti precari da graduatoria per titoli e servizio è un diritto dovere sancito dalla nostra amata Costituzione. Un concorso a crocette non può essere considerato un sistema efficace di rilevazione della qualità dell’insegnante, porre oggi la fiducia sul Decreto scuola, significherebbe boicottare gli emendamenti proposti dai partiti di maggioranza e opposizione e molti risulterebbero i corresponsabili di questo ulteriore assalto alla democrazia del nostro Paese!

E’ finita l’epoca della maggioranza silenziosa, chiediamo iniziative di buon senso e di coerenza a supporto della scuola pubblica italiana cosi come fatto per il comparto sanità e agricoltura! Questo il sentimento e le aspettative manifestate dal fronte unito dei docenti precari della scuola italiana, diversamente non è escluso dai molti rumors recepiti in redazione uno stop della didattica a distanza con tutte le ripercussioni immaginabili sulle famiglie e le attività scolastiche di fine anno.