Importante operazione di servizio all’interno del carcere di Spoleto ad opera della Polizia Penitenziari: trovato addosso ad un detenuto un telefono cellulare di piccole dimensioni facilmente occultabile. di cui ovviamente non è consentito il possesso ai ristretti.
A darne la notizia è il Segretario nazionale per l’Umbria del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria SAPPE Fabrizio Bonono: “leri mattina, gli uomini della Polizia Penitenziaria del Reparto di Spoleto hanno portato a termine una brillante operazione, riuscendo a boccare un tentativo di intrusione di un microtelefono cellulare da parte di un detenuto durante i colloqui con i familiari. Il ristretto, di origine siciliana e assegnato al Reparto Alta Sicurezza, ha tentato di occultare l’oggetto di piccolissime dimensioni nelle parti intime ma non è comunque riuscito ad eludere gli accurati controlli del personale in servizio, al quale va il plauso del SAPPE per la professionalità dimostrata pur dovendo operare in condizioni assai critiche per le note carenze di personale che affliggono il Reparto di Polizia Penitenziaria del carcere di Spoleto”.
Bonino plaude “alla professionalità, abnegazione e astuzia che ha contraddistinto l’operato del personale di Polizia Penitenziaria. Il SAPPE auspica che la Direzione del carcere di Spoleto attivi le procedure per la Commissione ricompense del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria affinché venga concesso il giusto riconoscimento al personale interessato”.
Plauso alla Polizia Penitenziaria di Spoleto arriva anche da Donato Capece, segretario generale del SAPPE, che sottolinea come “il rinvenimento sia avvenuto grazie all’attenzione, allo scrupolo e alla professionalità del Personale di Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Spoleto”. E ricorda anche come “sulla questione relativa all’utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che può permettere comunicazioni non consentite è ormai indifferibile adottare tutti quegli interventi che mettano in grado la Polizia Penitenziaria di contrastare la rapida innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi, che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo”.
“Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi necessari, come quelli che consentano di “schermare” gli istituti penitenziari al fine di neutralizzare la possibilità di utilizzo di qualsiasi mezzo di comunicazione non consentito e di dotare tutti i reparti di Polizia Penitenziaria di appositi rilevatori di telefoni cellulari per ristabilire serenità lavorativa ed efficienza istituzionale”, conclude Capece.