«Un caro saluto e un abbraccio a tutti voi». Con queste parole mons. Eugenio Bartoli, presidente del Centro di Solidarietà “don Guerrino Rota di Spoleto, ha salutato tutti gli intervenuti, sabato 25 maggio scorso presso il ristorante Zengoni, alla cerimonia di congratulazioni per le persone che hanno concluso il percorso di uscita dalla tossicodipendenza e che hanno raccolto così il frutto di un lavoro lungo e difficile, svolto nella successione delle fasi nelle quali si articola il percorso terapeutico. Non potevano mancare naturalmente le loro famiglie di origine, che stanno ritrovando quella speranza che sembrava perduta. Don Eugenio ha portato il saluto dell’arcivescovo Renato Boccardo che non ha potuto condividere come gli altri anni questo momento di festa in quanto impegnato come Presidente della Conferenza episcopale umbra al Santuario dell’Amore Misericordioso a Collevalenza di Todi. Presente il sindaco Umberto de Augustinis, il vice Beatrice Montioni, rappresentanti delle Forze dell’ordine, di varie istituzioni e associazione, in particolare quelle che si prendono cura delle persone in situazioni di disagio.
Oggi il Centro di Solidarietà di Spoleto ha sei sedi operative, una qualificata equipe educativa (direttore ed operatori) e accoglie circa 130 ragazzi, provenienti da varie parti d’Italia. La sua filosofia è Progetto Uomo: non si tratta né di una terapia, né tantomeno di una metodologia. La proposta è invece quella di mettere al centro la persona, protagonista della propria storia, alla ricerca del bene, della libertà, della verità, della nostalgia del bello, delle risorse e delle potenzialità interiori. Il tutto per trovare dentro di sé il senso da dare alla propria vita.
«La festa che abbiamo celebrato al ristorante Zengoni, che ringrazio per averci messo a disposizione gratuitamente i locali, – afferma mons. Bartoli – è una tappa importante e fondamentale del percorso più ampio della vita di queste persone che ora dovranno far fruttare i valori interiorizzati al Centro per proseguire nella costruzione del proprio progetto. Gli auguriamo di non farsi vincere dalla stanchezza e dalle difficoltà, perché se le hanno superate fino ad ora, saranno capaci di superarle anche in futuro. Per me sacerdote e presidente del Centro e per tutti coloro che in passato e oggi sono stati compagni di viaggio nell’affascinante avventura del Ce.I.S. momenti di festa come questo sono motivo di gioia e di speranza in un alternarsi di fatica, di soddisfazioni e talvolta anche di sofferenza per traguardi non subito raggiunti. Ciò che conforta – prosegue – è l’umile consapevolezza che come Comitato esecutivo del Centro investiamo il massimo delle energie possibili per cercare di mantenere vivo il legame con le nostre radici, nel segno della continuità con chi ha tracciato il solco». E qui don Eugenio ha rivolto un pensiero affettuoso e riconoscente a don Guerrino Rota, che ha avviato il Ce.I.S. a Spoleto e che il 1° novembre 1989 a 53 anni è tornato alla Casa del Padre. «La sua morte improvvisa – dice mons. Bartoli – si apre su orizzonti di eternità, perché nessuno e niente si perderà di ciò che Dio ha creato a sua immagine e somiglianza e che Gesù ha valorizzato con la sua Resurrezione».