Aperte le porte della ex Casa Esercizi Spirituali del Monastero, alla nuova struttura di riabilitazione e RSA di Cascia, alla presenza eccezionale della Madre Priora del Monastero Santa Rita.
Molti i pazienti da tutta Italia in attesa di questo momento, che entra di diritto nella storia di Cascia come frutto di una missione corale, sostenuta dalla grande famiglia di Santa Rita e da partner finanziatori.
“Finalmente è arrivato il nuovo inizio per la riabilitazione di Cascia. Sono tantissimi quelli che aspettano la sua riapertura a mani giunte”. Per raccontare l’enorme valore che ha caratterizzato l’inaugurazione odierna (sabato 22 settembre n.d.r.) della nuova struttura ospedaliera di riabilitazione e residenza sanitaria assistita di Cascia, basterebbero queste poche parole, accompagnate dagli occhi lucidi di emozione e nuova speranza, di Annita Rondoni consigliere nazionale dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla e responsabile del Gruppo Operativo AISM Foligno – Spoleto – Valnerina, anche lei tra i numerosi pazienti che hanno voluto essere presenti al taglio del nastro. L’evento, aperto da una tavola rotonda sul tema “La riabilitazione come vocazione: esperienza e prospettive della riabilitazione a Cascia”, ha visto la presenza di numerose istituzioni, Catiuscia Marini, Presidente della Regione Umbria, di Luca Barberini, assessore alla Salute, Coesione Sociale e Welfare della Regione Umbria e di Mario De Carolis, sindaco del Comune di Cascia.
Presenti, inoltre, come partner di progetto, per la Fondazione Francesca Rava – NPH Italia Onlus la Vicepresidente Maria Chiara Roti ed Elisabetta Strada Coordinatrice Progetto Ricostruzione Terremoto Centro Italia e per Fondazione Vodafone Italia il Consigliere Delegato Maria Cristina Ferradini.
Per sottolineare un’occasione così significativa per la comunità locale e quella di tutta la Valnerina, anche la Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia Suor Maria Rosa Bernardinis ha voluto vivere questo momento inaugurale, partecipando al taglio del nastro, accompagnata dalla Vicaria Suor Maria Natalina Todeschini. Visibile sul volto della Superiora tutta l’emozione dovuta alla felicità di veder giunto il tanto desiderato traguardo di riaprire la nuova struttura e la gratitudine verso coloro che hanno permesso che il progetto divenisse realtà.
Accanto alle Monache, infatti, hanno voluto essere parte attiva di questa giornata memorabile per Cascia, anche coloro che hanno reso possibile la realizzazione dei lavori di riconversione dell’edificio di proprietà del Monastero Santa Rita. Dalla lunghissima lista dei benefattori, le Monache hanno estratto 7 nomi rispondenti ai due criteri scelti, ovvero che provenissero da tutte le regioni d’Italia e dall’altra parte che fossero rappresentati non solo i grandi ma anche i piccoli donatori. Patrizia Casello, 58 anni, è arrivata per la speciale occasione fin da Reggio Emilia: “Sono un’infermiera e da qualche anno anche una paziente e so cosa vuol dire quanto è importante trovare eccellenza medica ed umana in queste strutture specialistiche. Insieme alla mia devozione di lunga data per Santa Rita, questo è stato il motivo che mi ha spinto a sostenere il progetto delle Monache”.
Tra i benefattori che hanno raccolto l’appello delle agostiniane, c’è anche chi arriva da un territorio più vicino a Cascia e che ha vissuto sulla sua pelle non solo la paura e la devastazione del terremoto del 2016, ma anche gli enormi disagi che ne sono conseguiti. Nonostante questo Nicola Ambrosini, 56 anni residente in Abruzzo, ha scelto di tendere la sua mano per aiutare una terra sorella nel dolore: “Il Monastero di Cascia per me rappresenta una seconda famiglia, ma oltre questo legame il mio gesto è stato mosso dall’aver provato, in prima persona, quanto sia negativa per una comunità la mancanza di quei punti di riferimento che vengono meno dopo il sisma, primo fra tutti il servizio sanitario, indispensabile alla vita. Nella mia zona, purtroppo, stanno chiudendo molti centri ospedalieri e quindi ho voluto dare il mio contributo per far sì che qui a Cascia ciò non succedesse”.
Grande soddisfazione hanno espresso anche i partner che hanno finanziato parte del progetto. “Dopo aver lavorato a Cascia alla ricostruzione delle scuole elementari e medie, siamo felici di aver partecipato, grazie al sostegno di Fondazione Vodafone Italia e con grande impegno e spirito di servizio, anche a questo importante progetto sanitario. Insieme si può fare molto per obiettivi importanti comuni, in una rete che vede pubblico, privato, privato sociale e istituto religioso uniti per la rinascita di un paese colpito dal terremoto che ci sta molto a cuore”, ha dichiarato Maria Chiara Roti, Vice Presidente della Fondazione Francesca Rava – NPH Italia Onlus.
“Contribuire alla restituzione di una struttura ospedaliera alla Valnerina – afferma Maria Cristina Ferradini, consigliere delegato di Fondazione Vodafone Italia – risponde ad un bisogno più ampio che è quello di favorire la ricostruzione dei valori sia culturali che identitari di questo territorio. Un percorso di rinascita che vede Fondazione Vodafone impegnata su diversi ambiti, sia sostenendo progetti di ricostruzione come quello che presentiamo oggi, sia promuovendo iniziative che vedono il digitale come strumento di rilancio dell’economia locale”.