Centoventiquattro persone stanno partecipando insieme all’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo al pellegrinaggio diocesano a Lourdes, 17-20 settembre 2018. Partiti la mattina del 17 settembre dall’aeroporto di Roma-Fiumicino, sono giunti allo scalo di Lourdes alle 11.00, per poi sistemarsi in hotel.
Dopo il pranzo, c’è stata l’apertura ufficiale del pellegrinaggio: mons. Boccardo, nella sala “card. Gerlier”, ha ripercorso la storia di Lourdes iniziata l’11 febbraio 1858 con la prima apparizione della Vergine alla piccola e analfabeta Bernadette Soubirous. Da allora, milioni di pellegrini da ogni parte del mondo si recano in pellegrinaggio dinanzi alla Grotta delle apparizioni per riascoltare le parole di Maria alla piccola Bernadette: “Non vi prometto di rendervi felice in questo mondo ma nell’altro…”. E ancora: “Penitenza! Penitenza! Penitenza! Pregate per Dio per i peccatori! Baciate la terra in espiazione per i peccatori…Io sono l’Immacolata Concezione”.
Avvio del pellegrinaggio e preghiera dinanzi alla Grotta. «Un pellegrinaggio – ha detto l’Arcivescovo – non è una gita culturale né spirituale, ma un momento di grazia. Non siamo turisti, ma pellegrini che portano con sé le vicende personali e quanti si sono raccomandati alle nostre preghiere. Siamo qui a Lourdes per accogliere ciò che il Signore ci vorrà dire, per ricevere un messaggio di conversione, soprattutto dall’egoismo e dal peccato». Mons. Boccardo e i pellegrini, poi, sono andati in visita alla Grotta delle apparizioni e affidare così alla Vergine Maria le gioie e le angosce della vita. Dopo cena, l’Arcivescovo ha presieduto la Fiaccolata notturna e la celebrazione eucaristica delle 23.00.
Martedì 18 settembre 2018, Messa, Via crucis, e processione eucaristica. La giornata si è aperta con la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Boccardo nella cappella di S. Giuseppe, comunemente chiamata Cripta, l’unico dei tre luoghi di culto (edificati uno sopra l’altro) di cui è composto il Santuario di Lourdes visto da Bernadette Soubirous. Nell’omelia il Vescovo ha detto che «siamo qui riconoscere la beatitudine di Maria. Portiamo con noi una quantità enorme di richieste di preghiere, di persone care da affidare alla Vergine. Ma siamo qui anche per cercare nella storia della nostra vita i momenti in cui Dio è stato presente. Ciò il più delle volte si dà per scontato e allora il pellegrinaggio ci offre l’occasione per risvegliare in una memoria riconoscente e rileggere alla scuola di Maria la nostra storia. È un esercizio importante per ritrovare la pace interiore, che ci conduce a ripetere le parole della Madre di Dio: “L’anima mia magnifica il Signore…”, per i tanti gesti di gratuità sperimentati nella vita, per le situazioni che ci hanno creato sofferenza e dalle quali ci siamo rialzati, per tutti quei momenti in cui abbiamo gioito». Nelle preghiere dei fedeli il pensiero del Presule è andato al territorio di Spoleto-Norcia affidato alle sue cure pastorali ed ha invitato i pellegrini a presentare alla Vergine, in modo particolare, «i malati e i disabili delle nostre comunità, quanti hanno perso il lavoro, quelle famiglie che stanno sperimentando la separazione che causa conflitti e sofferenze». Dopo la Messa, c’è stata la Via crucis (Les Espeluges) nella collina di fianco al Santuario. Nel pomeriggio don Luciano Avenati parroco dell’Abbazia di S. Eutizio in Preci ha tenuto una catechesi sul cuore del messaggio di Lourdes: «Non siamo qui – ha detto – come dei pii devoti, ma come discepoli-credenti per rinnovare le promesse di sequela a Cristo. Lo stile di Maria è lo stesso di Dio: parla al cuore, cioè alla profondità della nostra esistenza. Ella non forza, non fa violenza, come Cristo, dice ai fedeli: se vuoi». La giornata si è conclusa con la Fiaccolata notturna e la preghiera personale alla Grotta.