I carabinieri forestali di Sant’Anatolia di Narco, con il coordinamento del sostituto procuratore Mattei della procura di Spoleto, hanno effettuato, a partire dall’autunno 2015, una complessa operazione di polizia giudiziaria che ha portato all’accertamento di gravi illeciti relativi ad utilizzazioni boschive effettuate in diverse località del comune di Sant’Anatolia di Narco.
In particolare, nelle località I Campetti, Campolungo, e Case S. Pietro, erano stati eseguiti interventi di taglio a raso ed estirpazione di ceppaie per eliminare di fatto boschi in zone sottoposte a vincolo paesaggistico- ambientale e idrogeologico, mentre in località la Casaccia, oltre all’eliminazione del bosco, erano stati effettuati anche interventi edilizi. Tutte le opere risultano realizzate in assenza delle prescritte autorizzazioni, e, cosa ben più grave, hanno causato l’alterazione permanente dello stato dei luoghi.
Il taglio raso, che consiste nel tagliare tutti gli alberi presenti in una certa area di bosco, è in generale vietato poiché comporta un forte impatto sul paesaggio e priva tutti gli animali di una vasta area di ogni possibile rifugio o luogo di nidificazione determinando la distruzione del loro habitat. Inoltre, in terreni acclivi può mettere in pericolo la stabilità dei versanti.
Alcuni tra i responsabili, in totale cinque, tutti ora sottoposti a procedimento penale, avevano anche avviato l’iter per poter ottenere l’erogazione del 50% del contributo di 153.000,00 euro derivante dal Piano di Sviluppo Rurale per l’Umbria, ma, grazie all’intervento dei carabinieri forestali, non sono riusciti a portare a termine il piano criminoso.
Oltre ai reati ambientali sono stati contestati anche la falsità in atto pubblico e la tentata truffa aggravata per il conseguimento di pubbliche erogazioni pubbliche, per cui gli indagati rischiano la reclusione fino a 6 anni. Elevate a carico dei responsabili anche numerose sanzioni amministrative per un importo totale di oltre 187 mila euro.