Travaglio: “Non sono mai stato di sinistra”. Carrà: “Non mi sentivo bella, ma sentivo di avere personalità”
Partecipazione senza precedenti oggi agli Incontri di Paolo Mieli a Spoleto.
Per assistere alle interviste a Marco Travaglio, Raffaella Carrà e Franca Leosini sono stati circa 500 i fortunati che hanno potuto entrare, riempiendo le tre sale messe a disposizione eccezionalmente a Palazzo Collicola per il format concepito da Hdrà, gruppo di comunicazione guidato da Mauro Luchetti e Marco Forlani, che presenta al sessantunesimo Festival dei 2Mondi l’ormai consolidata rassegna di conversazioni condotte dal grande storico e giornalista.
Rivelazioni, aneddoti, visioni. Stimolati da Mieli, tre personaggi tanto diversi quanto popolari hanno detto molto di sé e del mondo.
“Io non mi sono mai sentito di sinistra – ha confessato Travaglio – Neanche prima, neanche quando mi scambiavano per uno di sinistra solo perché facevo le battaglie contro Berlusconi. Io contrastavo Berlusconi perché non condividevo quello che faceva. Ho sempre sperato, al contrario, che in Italia nascesse una destra liberale, ma siamo sfortunati: siamo passati da uno come Berlusconi a uno come Salvini”.
Tra tante storie sulla sua vicenda artistica e alcuni commoventi ricordi di Gianni Boncompagni, Raffaella Carrà, accolta come una star, ha detto: “Nel 1970 mostrai l’ombelico in tv. Io non mi sentivo bella, ma sentivo di avere una certa personalità. Volevo vivere di idee. Avrei voluto fare coreografia e governare un balletto immenso, inventare spettacoli, non essere io la protagonista delle mie invenzioni. Ma siccome non mi seguiva nessuno, mi misi al centro della scena”.
Taglienti anche le considerazioni di Franca Leosini, protagonista da oltre vent’anni della narrazione della cronaca nera in Italia. “Per una puntata di Storie Maledette studio non solo tutti gli atti del processo, ma la psicologia delle persone, il loro retaggio. A distanza di tanti anni dall’inizio della trasmissione ciò che mi colpisce non in positivo è la dicotomia dei magistrati nel comminare condanne diverse a parità di reato. Faccio riferimento per esempio a Sabrina Misseri e alla madre, condannate all’ergastolo. Parolisi, nonostante abbia ucciso con 29 coltellate, è stato condannato a 18 anni”.