San Giacomo, i ragazzi della Scuola Primaria portano in scena la storia di Vittorio Arrigoni

HANDALA CHIAMA PICCOLA LUCE…VIK RISPONDE…

 

Come è ormai consuetudine, i bambini delle classi quinte della Scuola Primaria di San Giacomo, festeggiano la fine dell’anno scolastico in piazza mettendo in scena, ogni volta, uno spettacolo che rappresenta la conclusione del lavoro svolto nel corso dell’anno.

Quella di oggi però non è una fiaba né un racconto frutto della fantasia ma una storia vera su cui riflettere intensamente.

È la vita di Vittorio Arrigoni, detto Vik, ucciso a Gaza, all’età di soli 36 anni, il 15 aprile 2011, “colpevole” di aver difeso i diritti umani e di essersi battuto per la libertà.

Il libro da cui è scaturito lo spettacolo è “Il bambino che non voleva essere un Lupo” di Sabina Antonelli.

Un libro pieno di tenerezza e poesia ma dirompente come l’esplosione di una galassia che lancia tante piccole luci nell’universo infinito.

E proprio “Piccola Luce” viene definito Vik, una voce che parla ancora, che forse non tacerà mai.

Handala, questo tenero bambino di 10 anni che non mostrerà mai il proprio volto finchè nel mondo ci saranno tanta ingiustizia e tanto dolore,  è suo compagno di viaggio.

Insieme vanno alla ricerca di “Utopia”, di quel luogo ideale dove non esistono privilegi e i diritti sono i diritti di tutti, dove ogni uomo non sarà mai “lupo”  per un altro uomo…

“Restiamo umani”, il suo mantra, risuona alto nel cielo di questa magica serata di prima estate.

Un grazie dal profondo del cuore ai bambini e alle insegnanti che hanno dimostrato che la scuola può essere ancora capace di sviluppare il pensiero critico e creativo e di creare coscienze veramente libere.

Restiamo umani!

Ad assistere a questa straordinaria manifestazione Egidia Beretta Arrigoni, madre di Vittorio, e Sabina Antonelli, autrice del libro alle quali ora lasciamo la parola.

Egidia Beretta (sulla pagina fb)

Ieri, 31 maggio, a San Giacomo Spoleto.
Immaginate un grande piazza con alle spalle le mure antiche.
140 bambini della Scuola primaria.
A rappresentare, come spettacolo finale dell’anno scolastico, “Il bambino che non voleva essere un lupo”.
Sullo sfondo, un grande libro da sfogliare e la freccia che indica “Utopia”.
Tante “Piccola Luce” raccontano i sogni del piccolo Vik nel grembo della mamma e, mano a mano, si snodano i balletti delle nuvole, le farfalle, la barca, gli orologi, gli aquiloni…
Appare Handala che narra la sua storia.
A intervalli, i bambini cantano in coro “Restare Umani”
“Mio fratello che guardi il mondo” “Il mio canto libero” “Here’s to you Nicola and Burt”.
Appare il piccolo Vittorio: … il mio bagaglio è già pronto da tempo…. La mia nave è pronta per partire, questa volta però indirizzo la prua verso l’infinito perchè so che, prima o poi, lo raggiungerò.
I bambini: “Cosa faremo senza di te? Ci mancheranno la tua voce, le tue grida.. la tua pipa, il tuo cappello…il tuo megafono nei campi con i contadini…o nelle barche con i pescatori… ci mancherà soprattutto la tua umanità… tutti noi ti siamo debitori. Ciao Vittorio – Restiamo Umani –

Una inimmaginabile serata così piena di emozioni, sorrisi e lacrime, colma di stupore e riconoscenza per questi bambini e le loro insegnanti che hanno creato uno spettacolo dove si sono levate alte le parole libertà, diritti, umanità.
Un altro dei doni di Vittorio che sicuramente ci avrà sorriso dal suo cielo.

 

 

Sabina Antonelli 

È stato veramente emozionante e commovente. Le Piccole Luci conoscevano ogni parola del libro e la offrivano al pubblico attento e meravigliato con una intensità e una dolcezza unica. Per non parlare degli Handala, dei disegni sullo sfondo, delle coreografie e delle voci di tutti quei cuccioli che arrivavano al cuore e, ne sono convinta, attraversavano il tempo e lo spazio per arrivare a Vittorio. Per me la gioia di sapere e toccare con mano quanto questo mio libro riesca a sostenere il Bene. In più la felicità di avere con me Egidia e Alberta. La nostra gioia nel ritrovarci, le risate insieme e quel sentire comune che intreccia le nostre vite. Grazie Vik.