Sabato 28 settembre, presso la Sala Monterosso di Villa Redenta a Spoleto, i portavoce del Comitato civico per la salute pubblica e l’emergenza sanitaria della città di Spoleto e della Valnerina, del Comitato di strada per la salute pubblica, del Coordinamento per la pace e i diritti e la difesa dell’ambiente, del Cityforum si sono riuniti per comunicare pubblicamente il raggiungimento delle 8.000 firme raccolte dalla metà del mese di luglio ed i vari futuri passaggi per ottenere la riapertura del punto nascita e di tutti i reparti che qualificano un Dea di primo livello quale è ancora ad oggi sulla carta il nostro Ospedale San Matteo degli Infermi.
Francesco Giannini del Coordinamento per la pace e i diritti e la difesa dell’ambiente ha ricordato che, uniti nelle nostre diversità, unico obiettivo è la difesa alla Salute e la Tutela del nostro Ospedale e di come la manifestazione del 23 settembre 2023 e le 8.000 firme raccolte in questi ultimi due mesi estivi del 2024 ci spingono ad andare avanti a non fermarci, per potenziare la salute pubblica, per tutelare il personale sanitario e il diritto alla salute dei cittadini perché non cali l’attenzione e la rassegnazione prenda il sopravvento.
Leonello Spitella portavoce del City Forum ha affermato che gli 8.000 cittadini di un territorio vasto in continua emergenza sismica, con le loro firme gridano il loro diritto a curare a Spoleto anche le patologie acute, a far nascere i propri figli e ad avere concretamente i servizi di emergenza-urgenza.
Ha rimarcato il rifiuto del Terzo polo dicendolo impraticabile e dannoso. Le firme verranno consegnate alla Presidente della Regione, al Prefetto ed al Ministro della Salute per ricordare che Spoleto non si arrenderà mai.
Umberto De Augustinis Presidente del Comitato civico per la salute pubblica e l’emergenza sanitaria della città di Spoleto e della Valnerina, nell’affermare che le carenze del nostro Ospedale scandalizzano in ogni luogo vengano rappresentate, ricorda che in una sola notte il San Matteo degli Infermi è stato chiuso, compreso il Pronto soccorso riaperto solo il mattino dopo, e trasformato in una struttura Covid.
Mai più è stato completamente riaperto come promesso pubblicamente dalla Presidente della Regione Donatella Tesei, anzi sono state addirittura sottratte all’Ospedale attrezzature pagate con i fondi delle nostre fondazioni e quindi con i risparmi degli stessi cittadini di Spoleto e del territorio. Noi rivogliamo tutto a partire dal punto nascite. Ci è stato vietato di nascere a Spoleto, una città di anziani fragili e spesso poveri, alle giovani famiglie è stata tolta la possibilità di far nascere e curare i propri figli a Spoleto, una città con grandi problemi di sviluppo economico, ma il numero delle firme dimostra chiaramente che la città si muove contro scelte che sono scellerate. Chiunque si candidi dovrà impegnarsi garantendo alla città la centralità del punto nascite.
Antonio Briguori per il Comitato di strada per la salute pubblica ha precisato che la nostra non è una battaglia di campanile perché in realtà il problema interessa tutta l’ASL2 e l’intera Sanità dell’Umbria. L’impegno preso dalla Tesei a riaprire tutti i reparti presenti prima della chiusura per Covid nell’ottobre 2020, mai mantenuto, mina la credibilità delle Istituzioni, della Politica e dello Stato e questa è una vergogna. L’Ospedale di Spoleto deve tornare ad essere riferimento Dea di primo livello di tutta l’ASL Umbria a partire dalla riapertura del punto nascite, che non si può dire non sicuro perché da sempre ha garantito a donne e bambini sicurezza e cura. Le 8.000 firme raccontano che, se il governo della sanità appartiene a politici e tecnici, il governo della salute appartiene a tutti noi cittadini, c’è un sapere diffuso tra la popolazione che dimostra che il popolo ha più sensibilità dei tecnici e dei politici.
Tra gli interventi del pubblico Paolo Di Loreto ha rimarcato come l’Atto di giunta regionale del 28 dicembre 2023 sia una procedura anomala per riorganizzare la rete ospedaliera regionale, che modifica l’impianto delle strutture dell’emergenza urgenza, che sopprime posti letto e unità operative del dello stabilimento di Spoleto, indicati dal DM 70/2015 come requisiti indispensabili per essere classificati DEA di I livello. A partire dalla metà degli anni 90 ci sono state leggi e Piani sanitari della Regione Umbria che hanno definito l’assetto della rete dell’emergenza, che non può essere modificato in mancanza dell’approvazione di una legge di Piano sanitario che lo preveda. L’attuale Amministrazione Regionale è ferma ad un atto di preadozione di un Piano che non prevede alcuna modifica delle strutture ospedaliere dell’emergenza individuate in passato.
Enzo Ercolani puntualizza come il taglio cesareo sia l’intervento chirurgico in assoluto più urgente in medicina: da esso dipende la vita del bambino e della madre. Poter effettuare un taglio cesareo, ed avere quindi un punto nascita, presuppone di conseguenza un’organizzazione adeguata per affrontare l’emergenza urgenza.
Togliere il punto nascita consente lo smantellamento di quell’organizzazione. La qual
cosa che è avvenuta a Spoleto senza che chi avrebbe dovuto capirlo e muoversi (l’amministrazione comunale) si sia data da fare più di tanto.
Per cui abbiamo assistito sia al trasferimento del reparto di ostetricia e sia alla scomparsa del reparto di pediatria che non è certamente l’osservazione breve (OBI) richiesta da Sisti.
Alle domande dei giornalisti è stato risposto che su una politica che non prenda a cuore le nostre istanze noi non ci possiamo stare come cittadini e come politici (De Augustinis), ed in occasioni di queste elezioni noi non vogliamo essere usati ma al massimo noi possiamo usare la politica facendo sottoscrivere nero su bianco l’impegno per il nostro Ospedale (Aurelio Fabiani).
L’Avv.to Salvatore Taverna chiude affermando che tutti gli atti applicativi della giunta regionale potevano essere impugnati davanti al TAR e anche di fronte alla Corte di Strasburgo.
Il Comitato civico per la salute pubblica e l’emergenza sanitaria della città di Spoleto e della Valnerina sarà presto iscritto nel Registro ministeriale delle associazioni ed enti che possono promuovere class action e che pertanto, in caso di ulteriori indugi da parte dell’amministrazione comunale, promuoveremo in via diretta azioni risarcitorie e/o inibitorie nei confronti dei responsabili dell’ASL.
La data della consegna delle firme verrà comunicata nei prossimi giorni.