Lenny Kravitz infiamma Perugia
La lunga notte del Santa Giuliana è iniziata al tramonto, davanti al gigantesco palco di Umbria Jazz pronto a accogliere una leggenda del rock: Lenny Kravitz. L’aveva promesso in piena pandemia che sarebbe tornato in Umbria e ha mantenuto la parola, regalando a Perugia uno spettacolo senza precedenti. Alle 21.45 Lenny Kravitz è apparso sul palco: jeans blu, maglietta a rete rossa, giubbetto nero di pelle, fashionissimi stivali maculati e gli immancabili occhiali da sole. Sulle note di “Are you gonna go my way” l’iconico Lenny ha subito acceso i fans, presentando i suoi brani più famosi come “I belong to you”, “Again”, ‘The Chamber” e “American woman”, accompagnato da una band di straordinari musicisti.
Con una voce graffiante e sensuale Lenny Kravitz ha ammaliato il pubblico, combinando l’energia trascinante del rock con il vibrante groove del funk e concedendo irresistibili riff di chitarra. Al culmine del concerto, nel delirio magico di “Let Love Rule”, si è verificato un fatto eccezionale. Accompagnato dalle sue sconcertate guardie del corpo, Lenny è sceso in mezzo al pubblico e per venti minuti ha passeggiato, ballato e salutato la folla osannante, abbracciando fra l’altro una signora ottantenne e salutando i bambini. Un Messia (laico) del rock che, con la sua eccezionale bravura e la sua sorprendente empatia, è destinato a lasciare un segno indelebile a Perugia, ormai tempio internazionale della musica.
E quando la serata si è conclusa e Lenny se ne è andato con la sua sensualissima camminata, sono state le note della sua straordinaria batterista a salutare folla. Avvolta in una massa incredibile di capelli ricci, la bellissima Cindy Blackman, classe 1959, la dea che – lo abbiamo scoperto dopo – è anche la moglie di Carlos Santana, ha regalato un lungo, potentissimo assolo. E poi le luci si sono spente, tuttavia l’idea di avere assistito all’epifania
di una delle rare ‘terrestri divinità’ resterà a lungo nei 13.000 spettatori di una serata unica.
Lucia Romizzi