A Todi Ancillotti e Giulierini ribaltano la prospettiva sui popoli italici
Nell’ambito del Festival dedicato all’Umbria antica, che si è svolto questo weekend a Todi, due celebri studiosi in particolare hanno toccato il tema degli antichi Umbri: Augusto Ancillotti, a lungo professore di Glottologia all’Università di Perugia, e Paolo Giulierini, per otto anni direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Il prof. Ancillotti, il più grande esperto vivente delle Tavole di Gubbio (cioè il più lungo testo esistente in lingua umbra), ha ricostruito importantissimi aspetti del rituale e della religione degli antichi Umbri. Lo studioso ha riflettuto sul concetto di confine, nella prospettiva di una fluidità di scambi e di incroci, particolarmente evidente sul versante del sacro, che trova riscontri specifici anche in terre di confine come Gubbio, Spoleto e Todi. Il prof. Giulierini, che con l’occasione ha presentato il suo ultimo libro, “L’Italia prima di Roma” (Rizzoli), ha intrigato il pubblico in sala con una ricca serie di riflessioni sull’identità, sul potere e sulla sua percezione, sulla memoria e sull’oblio.
Partendo dal concetto che la storia è scritta dai vincitori e che la propaganda ha avuto un peso incredibile nelle società del passato, Paolo Giulierini ha dimostrato come il mondo romano, che pure tanto deve a quello italico, di tante civiltà ha cancellato o minimizzato le tracce. E con questa gigantesca operazione di ‘damnatio memoriae’ collettiva si spiega la scarsità di informazioni sui popoli Italici, realtà estremamente ricche e complesse, come il caso dei principi umbri della nostra Spoleto dimostra.
In una realtà culturale dominata dal mito di Roma, che suggestiona potentemente anche realtà avanzate e ricche di storia come quella cinese, il Festival di Todi ha avuto il merito di riportare l’attenzione sul mondo italico e sulla realtà del popolo umbro, ancora troppo poco conosciuto.
Lucia Romizzi