Il concorso dirottato a Perugia scatena la polemica. Questo è il punto di vista di Grifoni.
Una città che non riesce ad accogliere le prove di un concorso, rischia di diventare un paesotto.
Mai avrei voluto scrivere questo pensiero, ma ciò che è accaduto con l’ultimo concorso indetto dal Comune è fortemente preoccupante e non la si può liquidare come sterile polemica di qualche consigliere di opposizione o delle Associazioni di categoria.
Seicento partecipanti provenienti da tutta l’Umbria e da varie parti d’Italia, dirottati a Perugia per eseguire la prova scritta, meritano una riflessione.
Il tutto poi viene accompagnato dalle giustificazioni più diversificate, che vanno dalla mancanza di spazi adeguati, alla necessità di avere a disposizione una tecnologia avanzata multimediale, al fatto che si tratti di poche ore.
Tutte scuse, scuse e ancora scuse.
La soluzione non poteva, ma doveva essere trovata!
Ne va del nostro prestigio, della nostra economia, della dignità della nostra città.
Qualcuno per stemperare dice: ma che sarà mai!!!! No, è tanto!!
Perché è un primo segnale di declino di una capacità ricettiva che dovrebbe contraddistinguere una città dove la cultura, il turismo, la valenza del passato, sono sempre indicati fra le peculiarità.
Tra l’altro, questo spiacevole episodio, evidenzia ancor più la necessità di avere una struttura ricettiva sufficientemente capiente, un contenitore cioè multifunzionale che possa accogliere varie iniziative e migliaia di persone, dotato di tutti i moderni sistemi multimediali e tecnologici.
Una struttura dove poter tenere al coperto: concerti, congressi, concorsi, spettacoli, manifestazioni sportive, fiere, etc…
E’ verso questo obiettivo che dovremmo concentrare le attenzioni e le risorse economiche.
Si continua invece ad investire su ristrutturazioni di palazzetti, che altro non sono che palestre allargate, utili alla comunità scolastica e non certo per particolari eventi che avrebbero enormi ricadute positive sulla città.
Continuare così significa poi aumentare il divario con le città vicine che invece si stanno attrezzando per questo, diventando, loro si, strategici punti di riferimento.
Ormai non è più il tempo di riflettere, ma occorre invertire la tendenza con il fare e saper fare.
Se però manca la passione per la città, tutto cade nel vuoto.
Spoleto, lì 24 gennaio 2024 IL CONSIGLIERE COMUNALE
Sergio Grifoni