Paolo Cognetti, “Giù nella valle”, Einaudi 2023.
Dopo il trionfo riportato con il romanzo “Le otto montagne” (Premio Strega 2019), divenuto recentemente un film molto acclamato, e dopo il più sbiadito “La felicità del lupo”, Paolo Cognetti torna in libreria con la sua ultima opera, “Giù nella valle”.
Con una narrazione veloce e a tratti disarmante Cognetti racconta di due fratelli. Luigi ha trovato una sistemazione lavorativa più o meno stabile, placando solo apparentemente la sua inquietudine di montanaro in una montagna che non dà i mezzi per sopravvivere. È sposato con Betta ma spesso cede alla tentazione della bottiglia, come suo fratello Alfredo, eterno irrisolto che dopo molti anni passati a lavorare in Canada torna adesso in Val Sesia, perché c’è di mezzo un’eredita’ e uno squallido inganno.
Una storia familiare spezzata, dove non esistono i confini tra il Bene e il Male e dove la montagna è ormai quotidianamente degradata dalla presenza dell’uomo. Un uomo che cementifica, disbosca, costruisce piste da sci per un turismo sempre più nazional-popolare ma stravolge e affoga nel bitume equilibri millenari.
In questo contesto anche il mondo animale si popola di creature non amate, umiliate, cacciate da un uomo sempre più assetato di sangue. Quello di Paolo Cognetti è uno splendido atto di accusa contro l’Uomo moderno che tenta di piegare la natura alle sue leggi, massifica la dimensione della montagna con interesse e si rivela privo di umanità.
Gli abitanti della Valsesia sono insorti contro Cognetti, invitandolo a pubbliche scuse. E anche questo fa molto riflettere.
Lucia Romizzi