Sedici anni fa il 31 ottobre del 2007 ero a Perugia e ricordo i tanti studenti vestiti da halloween che giravano per le viuzze del centro. Mi colpì il fatto che, lavorando in una scuola elementare, ero abituato a vedere quell’entusiasmo ed euforia per una festa che non ci appartiene soltanto nei piccoli e non certo in ragazzi di 20 anni.
Due giorni dopo Meredith venne trovata assassinata in modo brutale nella casa in via della Pergola aprendo un caso di cronaca nera che interessò l’opinione pubblica di mezzo mondo.
Sia per la vicenda in sé sia per il fatto, che tendendo fede a Perugia città che accoglie tanti studenti stranieri, i protagonisti provenivano dall’Inghilterra, dagli Stati Uniti, dalla Costa d’Avorio e dall’Italia ovviamente.
A sedici anni di distanza dopo che si è pensato e creduto a tutto e al contrario di tutto, alcuni media sono tornati sulla vicenda con delle ricostruzioni, film, documentari tirando in ballo di nuovo i dubbi di sempre.
All’epoca ero stato un convinto colpevolista di Amanda Knox, la coinquilina di Meredith dipinta come la femme fatale e di Raffaele Sollecito, lo studentello di buona famiglia con alle spalle un esercito di avvocati pronti a ribaltare il verdetto ed a pensare che in ogni favola che finisce male c’è bisogno dell’”uomo nero” ad impersonare il male assoluto, prima l’incolpevole Lumumba e poi Rudy, il pusher, il disadattato.
Dopo sedici anni siamo ancora punto e a capo con l’unico condannato autore di un crudele omicidio insieme ad altri protagonisti che restano tutt’ora ignoti.
Riguardando quelle ricostruzioni, rivivendo le emozioni e impressioni di quei giorni, la sola cosa certa è la scelleratezza con cui furono condotte le indagini, che in ogni caso costarono tre anni di carcere e la gogna mediatica a ragazzi di 20 anni che forse non c’ entravano davvero niente e nessuna giustizia per una ventenne barbaramente uccisa nella città straniera che amava .
Ed anche la mia convinzione di colpevolezza oggi vacilla e non poco al punto di credere ad una storia completamente diversa da quella che abbiamo sempre visto e sentito narrare.
Nella città di Don Matteo, il prete detective che risolve ogni caso anche i più nebbiosi e in una nazione che televisivamente inchioda milioni di telespettatori davanti ai vari Montalbano, Blanca, Maresciallo Rocca e chi più ne ha più ne metta, stride in modo brutale come la realtà, quella vera, quella fatta di sangue, dolore e morte sia tutt’altra storia.
Meredith rimarrà per sempre un mistero, come Yara Gambirasio, Elisa Claps fino al fortuito ritrovamento, Emanuela Orlandi e tanti tanti altri inghiottiti in un buio senza giustizia.