Si è spento Alberto Pacifici, imprenditore illuminato, Presidente della Meccanotecnica Umbra

Si è spento  questa mattina 6 settembre, Alberto Pacifici, fondatore e presidente di Meccanotecnica Umbra spa, azienda di Campello sul Clitunno  tra i principali produttori mondiali di sistemi di tenuta meccanica per pompe per i settori automotive, elettrodomestici e industriale.

Classe 1936,  nel 1966  insieme a tre amici, ha gettato le basi di un’ attività  industriale che ha portato quell’idea imprenditoriale ad essere una delle realtà più prestigiose a livello internazionale. con sedi produttive in India, Cina, Usa, Messico, Brasile, Turchia, Svezia e Canada.
    
    Albero Pacifici, che ricopriva il ruolo di presidente di Meccanotecnica, era l’ultimo dei fondatori del gruppo che oggi è guidato del figlio Carlo come AD,   non ha fatto mancare il suo contributo alla comunità di Campello e Spoleto.
    Ha ricoperto numerosi incarichi nel settore bancario come presidente della Cassa di Risparmio di Spoleto e della Fondazione, promuovendo iniziative a sostegno dello sviluppo del territorio. Ha partecipato sempre attivamente alla vita associativa ricoprendo, dal 1998 fino al 2004, il ruolo di presidente della sezione Spoleto Valnerina di quella che all’epoca era Confindustria Perugia. È stato inoltre vice presidente di Confindustria Perugia dal 2002 al 2005.
    Nel 2012 era stato nominato Cavaliere del lavoro dal Presidente della Repubblica.
    La camera ardente è stata allestita nella sede dell’azienda a Campello sul Clitunno e sarà aperta a partire dalle 15.00 di mercoledì 6 settembre.
    La cerimonia funebre si svolgerà giovedì 7 settembre alle 16.00 nel Duomo di Spoleto.

Tanti i messaggi di cordoglio da parte delle istituzioni locali, regionali e nazionali, questo è il ricordo che ne fa l’azienda sui canali social:

“Se n’è andato stamattina, in silenzio, lasciandoci increduli, perché pensiamo che le persone come lui non muoiano mai, e lasciando un vuoto tanto grande che sembra essere in contrasto con la sua figura, minuta ed esile.

È improponibile, per chiunque, provare a raccontarne la storia e la vita, così intense e piene di emozioni.

È stato un uomo di intelligenza enorme, viva e vivida, con l’abilità rarissima di vedere molto oltre quello che le persone normali riescono a vedere.

Ha compiuto scelte coraggiose e non facili ma sempre strategicamente vincenti come soltanto i grandi imprenditori sanno fare ed ha sempre gestito con estrema abilità e diplomazia le inevitabili dinamiche aziendali, con l’obiettivo di far sentire i suoi dipendenti come parte di una famiglia, sempre, anche quando l’azienda ha raggiunto dimensioni che di famiglia non avevano più la misura.

Ha ricoperto incarichi importantissimi, anche al di fuori di Meccanotecnica, ed ha ricevuto i più importanti riconoscimenti, nel mondo economico e delle istituzioni. Avrebbe potuto darsi quante arie avesse voluto; chiunque lo avrebbe compreso e giustificato.

E invece, stimato e rispettato da tutti, ha poggiato la sua bellissima storia e la sua luminosa carriera su pilastri come l’enorme semplicità, sia nella propria vita quotidiana sia nel modo di rapportarsi a chiunque gli si avvicinava.

Avrebbe potuto permettersi i comportamenti arroganti e sbrigativi di certi manager da copertina e invece aveva l’umiltà dei grandi uomini che sanno di essere grandi; un’umiltà che spesso colpiva profondamente le persone che non lo conoscevano.

Aveva una bontà d’animo infinita e una grande sensibilità che lo hanno portato a fare del bene a tanti, in modo del tutto incondizionato e con profonda dedizione. Soltanto i pochi che hanno avuto la fortuna di lavorare al suo fianco per tanti anni sanno tutto il bene che ha fatto.

Tutte queste doti le ha sapute trasmettere a coloro che gli sono stati vicini, lasciando un’azienda solida, ben governata e profondamente umana.

Tutti noi, i suoi collaboratori di tanti anni, abbiamo vissuto intensamente Alberto Pacifici e da oggi ci sentiamo più soli come più soli ci siamo sentiti due anni fa, dopo la scomparsa di Fulvio Ginobri.

Siamo vicini con tutto il cuore alla famiglia del NOSTRO Presidente, alla moglie, ai figli, ai nipoti, a tutti i parenti. Un affetto così profondo quanto profonda è la tristezza di questo addio e la gioia di averlo conosciuto.

Buon viaggio Presidente, resterai per sempre nei nostri cuori. Ti ricorderemo come ti abbiamo visto venerdì scorso, sempre pronto allo scherzo e alla battuta. Incontrerai di nuovo i tuoi compagni d’avventura; di’ loro che noi abbiamo imparato tanto e che sapremo meritare l’enorme regalo che abbiamo avuto, quello di lavorare in Meccanotecnica”