Jakub Hrůša dirige l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia in Piazza Duomo per il concerto inaugurale dedicato a Leoš Janáček. Il giorno successivo debutta il nuovo allestimento dell’opera Pelléas e Mélisande di Claude Debussy, con Iván Fischer e la Budapest Festival Orchestra
Il 66° Festival dei Due Mondi di Spoleto s’inaugura domani venerdì 23 giugno 2023 alle ore 20:30 in Piazza Duomo, con il concerto dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia guidata dal direttore ceco Jakub Hrůša in un programma interamente dedicato a Leoš Janáček. Grande conoscitore della musica del connazionale, Hrůša sceglie Sinfonietta, tre Danze di Lachi e impagina una nuova Suite da La piccola volpe astuta, con scene dall’opera originale. Lo affiancano il soprano Louise Alder nella parte di Bystrouška, il soprano Corinne Winters nella parte di Lišák, e il baritono Roman Hoza nella parte del guardiacaccia. A proposito della suite Hrůša racconta: «La Volpe astuta di Leoš Janáček è considerata uno dei massimi capolavori del teatro musicale del XX secolo. Questa opera fiabesca, con protagonisti gli animali del bosco, nasconde in realtà un secondo livello di lettura, una riflessione filosofica sulla vita e la morte, una rappresentazione panteistica del ciclo naturale nella quale umani e animali si muovono su due piani separati che però si intersecano e si ribaltano vicendevolmente producendo inaspettate scoperte, fatali incidenti di struggente bellezza. La gamma delle emozioni è vasta spaziando dalla comicità all’erotismo fino a una dolorosa nostalgia. Si tratta di un’opera comica nella quale la fine tragica della protagonista, la volpe, non esclude un lieto fine per il principale personaggio umano dell’opera, l’anziano Guardiacaccia».
Atteso il debutto del nuovo allestimento di Pelléas et Mélisande di Claude Debussy, sabato 24 giugno alle ore 20 al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti, che segna il ritorno dell’opera lirica a Spoleto dal 2019. La nuova produzione di cui Iván Fischer è direttore e regista, insieme a Marco Gandini, è affidata all’esecuzione musicale della Budapest Festival Orchestra. I costumi sono di Anna Biagiotti e le scene di Andrea Tocchio. Il cast internazionale di voci include Bernard Richter e Patricia Petibon come Pelléas e Mélisande, Nicolas Testé (Arkël), Tassis Christoyannis (Golaud), Yvonne Naef (Geneviève) e Peter Harvey. Alberto Mattioli scrive nelle note di sala «Fin dall’inizio fu chiaro un punto: Pelléas et Mélisande, comunque la si giudichi, è un’opera diversa da tutte le altre, un’ipotesi di teatro musicale radicalmente nuova e destinata a esaurirsi in sé stessa. Di Debussy, a parte il genio, è incredibile la coerenza. […] In occasione del debutto della sua opera, Debussy scrisse un testo, intitolato Perché ho scritto Pelléas, che contiene un’esposizione assai precisa delle sue intenzioni: “Da molto tempo cercavo di fare musica per il teatro, ma la forma che volevo darle era così insolita che dopo vari tentativi avevo quasi rinunciato. Volevo dare alla musica una libertà che essa contiene forse più di tutte le altre arti, poiché non si limita a una riproduzione più o meno esatta della natura, ma si allarga alle corrispondenze misteriose tra la natura e l’immaginazione”».
Tornano anche gli incontri con gli artisti: le mattine dei giorni di spettacolo alle ore 11 al Giardino del Festival (ingresso libero) il pubblico può conoscere da vicino i protagonisti degli spettacoli intervistati da Andrea Penna. Venerdì 23 giugno sono ospiti Iván Fischer e Jakub Hrůša, sabato 24 giugno Lonnie Holley e Gabriele Gianni, domenica 25 giugno Leonardi Lidi, Benjamin Millepied e Alexander Tharaud.