La nuova personale dell’artista Carla Romani ora in mostra a Scheggino

Pubblichiamo l’intervista realizzata dalla nostra Lucia Romizzi con la pittrice perugina Carla Romani che espone in questi giorni a Scheggino fino al 1 maggio.

1) Carla, come ti sei avvicinata alla pittura?
In realtà è la pittura che si è avvicinata a me. Già da piccola sentivo il desiderio di usare i colori. Poi nella mia vita, da bambina e da adolescente, ho incontrato alcune persone che mi hanno molto stimolato. Una è stata la mia insegnante di disegno delle medie: lei era una famosa acquerellista e, ogni volta che oggi ci incontriamo, mi dice “Carla, hai una tavolozza di colori incredibile”. Poi ho conosciuto un frate francescano, che amava la pittura e mi regalò i primi tubetti di colore, addirittura le prime mattonelle su cui poter dipingere.

2) Quale è stata la tua formazione?
Io sono autodidatta, non ho mai frequentato lo studio di un artista importante, poi da grande mi sono laureata in Storia dell’arte. Credo che il dipingere sia un dono, poi – è ovvio – in quarant’anni la mia mano si è affinata.

3) Quale è stata la tua prima mostra?
La mia prima mostra è stata nel 1982 – quindi a oggi sono 41 anni di attività espositiva -, ed è stata a Santa Maria degli Angeli, al Palazzetto del Perdono. Fu un grande successo ma io quasi mi vergognavo perché era la prima esperienza in pubblico. Però già in quella mostra c’era un quadro che aveva questo mio albero tondeggiante, che mi sono sempre portata dietro, un po’ come una mia cifra stilistica.

4) Oltre all’albero tondeggiante, ci sono altri elementi ricorrenti nei tuoi quadri?
Si’, e questa è una domanda che mi fanno tutti quando si avvicinano alle mie opere. Prima gli spettatori sono attratti dalla vivacità dei colori, che vogliono comunicare armonia e gioia di vivere, poi dalle mie miniaturistiche ‘monachelle’.

5) E come mai proprio le ‘monachelle’?
In realtà è una storia di famiglia. Io avevo una mia zia che era monaca di clausura a Spello, proprio di fronte alla chiesa di Santa Maria Maggiore. Io andavo a trovarla da bambina e mi faceva tanta tristezza, perché era chiusa dietro una grata, anche se lei in realtà non sembrava così triste. Poi, qualche anno dopo, stavo facendo una mostra ad Assisi, quando sentii un gran chiacchiericcio. Erano un gruppo di ‘monachelle’! Mi dissi allora “Guarda queste suore, altro che zia che sta chiusa li’ dentro”. E quindi ho iniziato a fare queste monachelle che volano, le ho messe dappertutto, sui deltaplani, in fondo al mare, dietro le finestrelle dei quadri dove sono dipinte delle strutture architettoniche… E così sono diventata ‘la pittrice delle monachelle’.

6) Quali sono i temi che ami ritrarre?
Principalmente io amo attingere dalla natura, non mi metto a dipingere en plein air perché la natura l’ho dentro di me. A detta di tutti noi artisti umbri siamo a tale proposito avvantaggiati, perché abbiamo questi paesaggi dolci e queste colline morbide, con riferimento naturalmente a chi si rifà al figurativo. Io definisco la mia pittura ‘tra sogno e realtà’, e questa è anche la percezione del mio pubblico da 40 anni a oggi. La mia pittura è onirica, è sognante, pur avendo delle basi di figurativo.

7) Da cosa è nata la tua famosa ‘serie delle città’?
Nasce sicuramente dall’amore che ho per la mia città, Perugia. Con il tempo ho iniziato a inserire queste architetture nei colori naturali della pietra. È una soluzione diversa da quella che conosceva il mio pubblico, eppure è stata molto apprezzata. Molti infatti mi dicono che, anche se prevalgono il grigio e il bianco, l’effetto generale genera una incredibile dolcezza. Sfumo tutto con delicatezza dal momento che non amo i contrasti netti né nell’arte né nella vita. Mi piace molto giocare con le sfumature perché, magari con due colori di partenza, ne riesco a creare dieci.

8) Tra i soggetti si vedono delle dolcissime Madonne.
Sì, io sono molto credente e amo molto la figura della Vergine Maria. Mi piace molto ritrarla nell’abbraccio amorevole con Gesù. Nella resa dell’iconografia della maternità immagino Maria come una Madonna-sposa, infatti le mie Madonne indossano splendidi abiti nuziali.

Ringraziamo Carla per il tempo che ci ha dedicato e invitiamo tutti a vedere la sua splendida mostra a Scheggino, che sarà aperta fino al 1 maggio. Un trionfo di luce e di colore, che genera armonia, quiete e una struggente dolcezza nel cuore di chi guarda.

Lucia Romizzi