NICCOLÒ AMMANITI, “La vita intima”, Einaudi
Sono passati venti anni da quando Gabriele Salvatores ha girato uno splendido film, che si è impresso nella nostra memoria con le immagini del grano maturo e gli occhi accecati di un bambino rapito. Era il 2003. Quel film era tratto dal primo libro famoso di Niccolò Ammaniti, “Io non ho paura”. Negli anni lo scrittore ci ha sorpreso con i suoi testi spiazzanti e i suoi personaggi ai margini, non solo nella povertà e nel degrado.
Pochi giorni fa è uscito in libreria il nuovo romanzo di questo autore amatissimo dai giovani (e non solo): “La vita intima”. Attenzione, il libro dà dipendenza. All’inizio la protagonista Maria Cristina vi resterà antipatica, non sopporterete la girandola di squallidi personaggi che le gravitano intorno, vi sembrerà che il racconto manchi di originalità. Poi qualcuno emerge dal passato della protagonista. Questo qualcuno ha conservato un video decisamente equivoco e si scatena l’inferno.
Nella mente della protagonista, che perde progressivamente la lucidità ma comincia a ritrovare se stessa, e in noi che, ormai catturati dall’ingranaggio perfetto della storia, ci affidiamo alla penna sapiente di Ammaniti per riflettere sulla vita, sulla morte e sull’amore. Un libro contemporaneo e spiazzante, che è un pugno nello stomaco ma anche ravvivato da una speranza sincera in (alcuni) esseri umani.
Lucia Romizzi