Di seguito una parte della nota Usl su ciò che riguarda l’integrazione degli ospedali di Spoleto e Foligno
Appare sempre più evidente la necessità di una riorganizzazione della rete ospedaliera di quell’area al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza in sicurezza. A tal proposito il gruppo di lavoro entro la fine del mese di Luglio 2022 terminerà la parte tecnica di proposta di integrazione al fine di consentire alla regione di effettuare le scelte programmatiche necessarie.
L’integrazione degli ospedali DEA I livello di Spoleto-Foligno dovrà avere come punto di partenza la consapevolezza che tali due strutture, separate da 20Km circa, sono parte di un unico Presidio Funzionale sede di DEA I° livello in cui le attività in esso previste, dal DM 70/2015, dovranno essere razionalmente distribuite all’interno dello stesso presidio unico con modelli organizzativi funzionali, razionali e sostenibili secondo il principio di organizzazione Dipartimentale e che abbia come fine ultimo la garanzia, principale, di prestazioni di qualità valutabile sulla base dei dati di esito, e di professionalizzazione (e sua valutazione e riconoscimento) del personale quale presupposto per una maggiore attrattività. Questo presupposto potrà garantire a tutti i cittadini un approccio e un percorso di cura omogeneo e non condizionato dall’ospedale in cui il singolo si trova ad accedere.
L’esperienza COVID ha già rappresentato un importante viatico per un cambio culturale in tal senso. Basti pensare alla integrazione che si è avuta con il Presidio di Foligno per le attività di Emergenza Urgenza, di Medicina, di Pneumologia, nonché l’integrazione per le attività ambulatoriali.
Principio cardine dell’integrazione dovrà essere il passaggio, pertanto, da un clima di competitività ad uno basato sulle sinergie di intenti e al superamento della cultura dell’appartenenza al singolo ospedale o alla singola struttura, cosa ben presente al personale, verso una visione di appartenenza ad una rete funzionale e di servizio per l’intero territorio (e per l’intera Regione).
Questo sarà possibile creando percorsi diagnostico – terapeutici di respiro Aziendale e Interaziendale con l’Azienda Ospedaliera di Terni e la messa in comune di risorse materiali (tecnologie, posti letto, etc.), non più assegnate in modo specifico ad una struttura ma messe al servizio di tutta la rete, garantendo a tutti i cittadini un approccio e un percorso di cura omogeneo. In quest’ottica ogni sede dovrà erogare prestazioni definite sulla scorta del modello riorganizzativo e specifiche per ogni presidio evitando duplicazioni incongrue ed improduttive che comporterebbero il non superamento delle criticità riportate in premessa.
L’integrazione dovrà perseguire anche l’obiettivo di realizzare livelli assistenziali di qualità in grado di invertire lo stato di attuale importante mobilità passiva convertendola in una capacità di attrazione che non sia intra regionale ma extra regionale.
L’utente/paziente potrà così percepire un miglioramento nella presa in carico della necessità di cura e nel contempo si creeranno i presupposti per una maggiore attrattività dei professionisti che vedranno garantite le condizioni per una crescita professionale e del suo riconoscimento.