L’Arcivescovo: «Restiamo impotenti, offesi e umiliati di fronte a questa guerra che costituisce il fallimento dell’umanità. Un augurio particolare lo rivolgo ai circa duecento profughi dall’Ucraina accolti sul nostro territorio con il coordinamento della Caritas».
La sera di sabato 16 aprile 2022 nella Basilica Cattedrale di Spoleto l’arcivescovo Renato Boccardo ha presieduto la Veglia pasquale, concelebrata dai parroci della Città e animata dal coro della Pievania di Santa Maria. Per antichissima tradizione è “la notte di veglia in onore dei Signore” (Es 12, 42), giustamente definita “la veglia madre di tutte le veglie2 (S. Agostino). Questa solenne celebrazione è stata caratterizzata da quattro momenti salienti. La liturgia della luce: il mondo della tenebra è attraversato dalla Luce, il Cristo risorto, in cui Dio ha realizzato in modo definitivo il suo progetto di salvezza. In lui, primogenito di coloro che risorgono dai morti (Col 1, 18), si illumina il destino dell’uomo e la sua identità di “immagine e somiglianza di Dio” (Gn 1, 26-27). La liturgia della parola: le 7 letture dell’Antico Testamento sono un compendio della storia della salvezza. Nella consapevolezza che la Pasqua di Cristo tutto adempie e ricapitola, la Chiesa medita ciò che Dio ha operato nella storia. La liturgia battesimale: il popolo chiamato da Dio a libertà deve passare attraverso un’acqua che distrugge e rigenera. Con coloro che ricevono il battesimo, tutta la Chiesa fa memoria del suo passaggio pasquale, e rinnova nelle promesse battesimali la propria fedeltà al dono ricevuto e agli impegni assunti in un continuo processo di rinnovamento, di conversione e di rinascita. La liturgia eucaristica: il popolo cristiano, rigenerato nel battesimo per la potenza dello Spirito, è ammesso al convito pasquale che corona la nuova condizione di libertà e riconciliazione. Partecipando al corpo e al sangue del Signore, la Chiesa offre se stessa in sacrificio spirituale per essere sempre più inserita nella Pasqua di Cristo. L’Arcivescovo ha conferito i sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia a tre donne adulte.
Nell’omelia della Veglia mons. Boccardo ha detto che «la risurrezione di Cristo rigenera la nostra libertà, guarisce le sue illusioni, le assegna mete autentiche e costruttive. Ci dispone a collaborare con l’amore di Dio che dà la vita ad ogni creatura, nell’attesa umile ed operosa di quella risurrezione di tutto l’essere umano e di tutto l’universo che avrà il suo pieno compimento e la sua luminosa manifestazione quando e come il Padre vorrà».
Giorno di Pasqua: il pensiero del Vescovo alla guerra in Ucraina e ai profughi accolti dalla Caritas. La mattina di Pasqua mons. Boccardo ha celebrato due Messe: una a S. Lorenzo di Trevi per la riapertura della chiesa restaurata dopo il terremoto del 2016 e quella solenne in Cattedrale a Spoleto. Nell’omelia il Presule ha fatto riferimento alla guerra in Ucraina: «Restiamo impotenti, offesi e umiliati di fronte a questa guerra sacrilega e fratricida che non solo aggredisce, ma nega e viola la persona e costituisce il fallimento dell’umanità». Poi l’invito di mons. Boccardo ai numerosi presenti a fare ognuno la propria parte per la pace: «Se è vero – ha detto – che le sorti dei popoli sono prevalentemente in mano dei cosiddetti potenti, non è vero che io non posso fare nulla per costruire la pace. Posso iniziare vigilando su me stesso, estirpando dal mio cuore pensieri e sentimenti di violenza e di guerra, desideri di sopraffazione e di vendetta, imparando a guardare fuori di me, diffondendo semi e gesti concreti di pace e di giustizia, contribuendo fin da casa mia ad edificare una nuova civiltà in cui l’armonia, il rispetto, il dialogo e la conciliazione siano vissuti quotidianamente. E poi posso pregare: la preghiera è anche una protesta per la violenza del conflitto, ma soprattutto è la richiesta al Signore della storia che ci dia il grande dono della pace».
Lo speciale augurio del Vescovo agli ucraini accolti dalla Caritas. «Un augurio particolare – ha detto mons. Boccardo – lo rivolgo ai circa duecento profughi dall’Ucraina, specialmente mamme e bambini, accolti sul nostro territorio con il coordinamento della Caritas diocesana, e vorrei che il mio personale ringraziamento giungesse a tutti coloro che, in modi diversi, si sono fatti strumento di accoglienza e solidarietà mettendo a disposizione le proprie case, le proprie competenze, il proprio tempo, il proprio cuore». Alla celebrazione era presente il cive sindaco di Spoleto Stefano Lisci.