Gestione pandemia, Thomas De Luca (M5S): “Sanità al collasso con 14 terapie intensive occupate e migliaia di umbri sequestrati in zona bianca”
Riceviamo e pubblichiamo da Thomas De Luca, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle:
In Umbria va tutto bene, non c’è alcun problema e gli umbri devono smettere di lamentarsi. Nessun disservizio con la prenotazione dei tamponi molecolari, nessuna fila nei drive through e davanti alle farmacie. Appena un cittadino ha l’esito positivo del tampone viene subito preso in carico dalle USL che gli spiegano dettagliatamente quando, come e cosa dovrà fare durante la quarantena. Poche ore dopo viene contattato per eseguire il tracciamento dei contatti stretti delle ultime 48 ore, a loro volta prontamente avvisati dagli stessi operatori. Già dai giorni successivi viene attivata la raccolta domiciliare dei rifiuti e il servizio di supporto per soggetti fragili, soli e persone con disabilità. Ed è proprio in questo momento che i consiglieri della Lega si svegliano tutti sudati e si accorgono di aver scritto un comunicato che si riferisce ad un’altra regione.
Non ci stupisce in alcun modo questa bislacca narrazione considerando le posizioni antiscientifiche espresse da membri dello stesso gruppo della Lega sulla validità dei vaccini. La verità è che abbiamo migliaia di umbri sequestrati in zona bianca in totale abbandono. Che con sole 14 terapie intensive occupate da malati covid abbiamo le chirurgie e i reparti degli ospedali chiusi, le attività ridotte e una sanità paralizzata. A due anni dall’inizio della pandemia l’Umbria si trova a fronteggiare l’emergenza Covid con le armi più spuntate di prima. Il fallimento della gestione della giunta regionale è dimostrato dal personale sanitario nuovamente allo stremo per carenze di organico. Questo mentre gli stessi consiglieri della Lega proprio ieri hanno votato contro la stabilizzazione e la proroga dei contratti in essere. Il tracciamento completamente saltato e dai tamponi molecolari che sono ormai sostituiti da quelli rapidi, scelta obbligata in cui vengono indirizzati tutti dai sanitari ai semplici cittadini. Facile poi vantarsi di aver abbattuto le liste d’attesa quando i cittadini sono fatalmente costretti a ricorrere ai privati.
C’è da ridere se non ci fosse da piangere. Mentre in Europa si parla di cominciare ad affrontare la pandemia come un’endemia, di convivenza con il virus con un approccio gestionale totalmente diverso, noi siamo lontani anni luce da questo scenario perché con il 30% dei posti letto occupati la sanità chiude bottega.