DANIELE MENCARELLI, “Sempre tornare” (Mondadori).
Un’esperienza folgorante. Un viaggio nello spazio che è prima di tutto viaggio interiore. Un’ode alla magia degli incontri e all’imprevedibilità del destino. Questo, e molto altro, è “Sempre tornare”, il nuovo libro di Daniele Mencarelli, vincitore del Premio Strega Giovani 2020 per “Tutto chiede salvezza”.
Siamo nell’estate del 1991. Daniele ha 17 anni ed è in vacanza sulla Riviera Adriatica. Dopo una catastrofica serata alla discoteca Cocorico’ decide di abbandonare gli amici e di tornare a casa, nei Castelli Romani, in autostop. Il ragazzo dimentica tuttavia i documenti e i soldi nell’auto degli amici e dovrà affidarsi alla comprensione di perfetti sconosciuti non solo per un tetto sotto cui dormire ma anche per un bicchiere d’acqua.
Quello che segue è un viaggio di ritorno, un nòstos moderno seguendo il filo di incontri imprevisti, ambientato in gran parte in Umbria, tra Assisi, Spoleto e Terni. Ed è proprio durante questo on the road che Daniele ci presenta una galleria indimenticabile di tipi umani, personaggi bizzarri, inquieti, sofferenti, sconfitti, aggressivi, amorevoli. Un caleidoscopio di tipi umani, ognuno dei quali gli lascia un frammento del suo mondo e che Daniele accoglie, prima con stupore e con curiosità ma poi, quando il viaggio inizia a essere logorante, con il desiderio di tornare a casa. Prima possibile.
In un’epoca in cui non esisteva il cellulare, Daniele adolescente ha scoperto così un’Italia magica e tormentata, ha incontrato la bellezza e il degrado, ha sperimentato la compassione e l’orrore. In un crescendo di nostalgia e con un linguaggio poetico di rara delicatezza il protagonista ci trasmette la sua sete di amore, di umanità, di meraviglia, in un viaggio alla ricerca di se stesso e di un Dio talora immemore del dolore degli uomini.
Un libro bellissimo, sicuramente adatto anche ad un pubblico di ragazzi e ragazze.
Lucia Romizzi