Spatriati” di Mario Desiati
Dopo la pausa estiva, torna l’attesissimo appuntamento con Spoleto7libri,
Nel dialetto pugliese il termine ‘spatriet’ indica chi è privo di radici, chi non si sente a casa in nessun luogo e va alla ricerca di un ‘altrove’ potenzialmente più consolatorio e gratificante della realtà in cui vive.
‘Radici’ e ‘origine’ sono certo due concetti fondamentali che concorrono alla definizione della nostra identità, tuttavia per Mario Desiati le radici possono essere un limite perché l’uomo ha un bisogno continuo di strade da percorrere. Così i personaggi del suo libro incarnano perfettamente questa tensione tra il partire e il restare. Francesco resiste a lungo alla lusinga delle Sirene per poi affrontare un incredibile percorso di scoperta di sé nei dedali della Berlino sotterranea, una città carica di morte quante altre mai.
Claudia invece partecipa subito, non ha neanche finito il Liceo, ha fame di vita e non aspetta, perché il piccolo paesino in cui vive non è all’altezza dei suoi sogni. “Spatriati” sembra un romanzo di formazione, e forse lo è nella prima parte, ma poi ci proietta in un doloroso percorso di autocoscienza, in cui l’eros in tutte le sue forme è dilagante protagonista e la memoria dell’educazione cristiana si sradica nelle molteplici forme del desiderio. Eppure la nostalgia della terra madre, la Puglia, è lì dietro l’angolo.
Lucia Romizzi