Venerdì 28 febbraio (ore 17.30) al Salone d’Onore di Palazzo Collicola verrà presentato il volume Giovanni Carandente e la scultura moderna. Scritti dal 1957 al 2008
Sostenuta dagli Amici di Spoleto e con materiali inediti provenienti dall’Archivio della Quadriennale di Roma e dalla Biblioteca Carandente di Palazzo Collicola, l’antologia di testi è la prima e più estesa pubblicazione dedicata al celebre funzionario, curatore e critico d’arte, che a Spoleto organizzò importanti mostre tra
cui Sculture nella città, donando la sua collezione di opere (dal 2000 conservate nella Galleria d’Arte Moderna) e la sua biblioteca a Palazzo Collicola.
Alla presentazione interverranno: Umberto de Augustinis (Sindaco di Spoleto) | Ada Urbani (Assessore alla cultura) | Dario Pompili (Amici di Spoleto) | Marco Tonelli (Direttore di Palazzo Collicola) | Antonella Pesola (curatrice)
Nell’anno del centenario della sua nascita, che vedrà alternarsi mostre, pubblicazioni, convegni promossi dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Giovanni Carandente istituito presso il MiBACT, il libro si presenta come un prezioso documento che testimonia, tra i numerosi interessi del critico per l’arte antica, moderna e contemporanea, la parte forse a lui più cara e senza dubbio quella che lo ha contraddistinto nel panorama nazionale e internazionale: la passione per la scultura moderna. Grandi artisti come Calder, David Smith, Chillida, Moore, Caro, A. Pomodoro, Marino Marini, Chadwick, Di Suvero, Pepper, Franchina, Lorenzetti, Consagra, Leoncillo, Pascali, sono soltanto una piccola parte di quella costellazioni di scultori che Carandente elesse a eroi della sua epoca, e con i quali intrattenne rapporti di amicizia, stima, dialogo costante per decenni, curandone mostre irripetibili e ancor oggi uniche nel loro genere.
Il libro raccoglie 30 testi tra presentazioni di mostre, recensioni, conferenze, che delineano una vicenda tutta particolare all’interno della storia dell’arte, materia che Carandente ha avuto il dono di render chiara, oggettiva, immediata, col suo tipico stile informale e colto allo stesso tempo, e con una scrittura ricca di notizie e di capacità di sintesi. Con apparati fotografici e documenti provenienti sia dal Fondo Carandente conservato presso l’Archivio della Quadriennale di Roma che dalla Biblioteca Carandente di Palazzo Collicola, curato da Antonella Pesola, con testi introduttivi di Marco Tonelli (Direttore di Palazzo Collicola) e Assunta Porciani (Responsabile dell’Archivio Biblioteca della Quadriennale), il libro, pubblicato da Magonza Editore, è inoltre corredato da una bibliografia completa di tutti i testi scritti da Carandente sulla scultura (antica e moderna), che ne fanno uno strumento di studio, divulgazione e conoscenza di particolare rilievo e originalità.
Giovanni Carandente nasce a Napoli il 30 agosto 1920. Dal 1946 entra a far parte dell’amministrazione delle Belle Arti, settore in cui ricopre la carica di ispettore e sovrintendente in varie regioni (Sicilia, Abruzzo e Molise, Lazio, Veneto), diventando nel 1955 ispettore del settore mostre della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, per cui cura l’organizzazione, l’allestimento e il catalogo di importanti esposizioni tra cui Piet Mondrian, i capolavori del Museo Guggenheim di New York, Wassiliy Kandinskij, Jackson Pollock, Kazimir Malevič. Nel 1961 passa alla Soprintendenza delle gallerie e delle opere d’arte medievali e moderne per il Lazio, diventando direttore della Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini e del Museo Nazionale di Palazzo Venezia di Roma. Inizia così parallelamente la sua attività di curatore di mostre di arte contemporanea, a partire da quella dedicata alla Scultura italiana del XX secolo nel 1957 a Messina o da Sculture nella città. Spoleto 62, la prima di molte curate per il Festival dei Due Mondi. Dal 1988 al 1992 dirige il settore arti visive della Biennale di Venezia e nel corso della sua carriera cura alcune delle più importanti mostre di grandi pittori e scultori moderni, come Picasso, Balthus, Henry Moore, Alexander Calder, Anthony Caro, Marino Marini, David Smith, Eduardo Chillida. Memorabili rimangono la grande mostra di Henry Moore presso il Forte del Belvedere di Firenze nel 1972, quella di Calder presso Palazzo a Vela di Torino nel 1983, allestita da Renzo Piano, e l’organizzazione della mostra Arte russa e sovietica nel 1989 presso il Lingotto di Torino. Il 13 giugno 2001 riceve la Civis Spoletinus ad honorem. Si spegne a Roma il 7 giugno 2009.