A lungo trascurato dal mercato, l’artista spoletino Leoncillo Leonardi solo nel 2018 è stato consacrato da due importanti aste internazionali.
A lui è dedicato il documentario in prima visione assoluta “Leoncillo: una fiamma che brucia ancora” di Simona Fasulo che apre la puntata di “Art Night”, in onda venerdì 10 gennaio alle 21.15 su Rai5.
Una personalità complessa, un uomo che dedica l’intera sua vita all’arte e che per le sue sculture dense e sofferte rimane fedele a materiale povero come creta e ceramica. Un artista che lotta per mantenere l’indipendenza della sua opera e delle sue idee, sia quando – antifascista dichiarato – deve sopportare, insieme all’amatissimo fratello Lionello, l’uscita da Spoleto, sia quando – militante nel Pci da sempre – ne esce dopo i fatti d’Ungheria.
Le sue sculture sono anche politiche e suscitano vespai e polemiche in epoche in cui la discussione politica era viva e fremente. Cesare Brandi lo ha definito “uno dei tre grandi scultori italiani con Manzu’ e Martini”. Leoncillo Leonardi, inoltre, ha una ricchissima bibliografia critica, ha esposto in tutto il mondo e alcune delle sue opere sono conservate a Tokio e a Montreal.
Morto a soli 53 anni, Leoncillo Leonardi ha lasciato un segno importante nel mondo dell’arte. Fa da guida nel racconto biografico la nipote Anna Leonardi che ha conservato lettere, oggetti e dettagli importanti della sua vita e, soprattutto, la memoria di uno zio “unico”, gloria della famiglia, ma anche Marco Tonelli, critico d’arte e direttore di Palazzo Collicola e Bruno Toscano, professore emerito Università Roma Tre.