Spoleto, Cgil: “Preoccupanti ultimi dati Istat su povertà relativa e disoccupazione

Una fotografia preoccupante. E’ quella che emerge dai dati relativi alla povertà e alla disoccupazione nel territorio di Spoleto. E per uscirne serve un piano del lavoro che metta al centro diritti e dignità. La nostra regione, l’Umbria, è stata duramente colpita dalla “crisi”, che con alti e bassi ha ridotto la nostra base occupazionale e ha ridimensionato il valore della coesione sociale. Tutti i territori della nostra regione sono stati, in maniera diversa colpiti da questa vera e propria recessione, che ha cambiato i connotati economici e sociali dell’Umbria.

La situazione del territorio di Spoleto, in questi lunghi anni ha visto un continuo e costante peggioramento, soprattutto nell’ultimo periodo, anche in relazione alle tante vertenze apertesi: dalla Maran, alla Novelli, passando per l’IMS, con crisi devastanti anche di altri settori, basta pensare alle difficoltà laceranti del comparto dell’edilizia. La situazione, quindi, rimane precaria e difficile sul versante del lavoro.

Questo è testimoniato anche dal rapporto ISTAT sui sistemi locali del lavoro (SSL), uscito proprio in questi giorni. Spoleto, insieme ad altri cinque comuni (Campello, Castel Ritaldi, Vallo di Nera, Sant’Anatolia e Scheggino), costituisce uno dei 14 sistemi locali del lavoro dell’Umbria. I dati relativi alla fine del 2017 ci dicono che in questo nostro territori, che conta 45.652 abitanti, gli occupati sono 17.600 e i disoccupati 2.200, con un tasso di disoccupazione pari al 10,9%.

Quindi abbiamo di fronte a noi una fotografia più che preoccupante, che si accentua se teniamo conto che l’80% dell’occupazione creatasi negli ultimi anni è caratterizzata da lavoro povero e precario. Il lavoro si presenta sotto due articolazioni: la scarsità del lavoro stesso e la presenza sempre più frequente di lavoro appunto di scarsa qualità. Se poi guardiamo alla ricerca recentissima dell’ISTAT sulle povertà, il quadro diventa ancora più preoccupante.

Infatti avendo elaborato, come IRES-CGIL, la ricerca ISTAT e avendo preso in esame la Zona Sociale di Spoleto che comprende altri tre comuni, oltre al capoluogo (Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi e Giano dell’Umbria), per un numero complessivo di 47.637 abitanti, emerge un’incidenza della povertà relativa in aumento e che riguarda, sul totale degli abitanti, ben 5.600 persone, circa il 12,5% del totale. È evidente che, anche nel nostro territorio, occorre uscirne con politiche economiche alternative, che richiedono un piano del lavoro territoriale con al centro diritti e dignità. E la nuova amministrazione comunale del sindaco De Augustinis, insieme agli altri enti locali, ha un terreno importante su cui misurarsi con tutte le forze sociali del territorio.