Carrefour lascia Cascia dopo il sisma: otto terremotati perdono il lavoro

Punto vendita chiuso dopo il sisma del 30 ottobre, cassa integrazione in scadenza e grande marchio in silenzio davanti alle richieste dipendenti e sindacati

Sta per scadere la cassa integrazione per gli 8 dipendenti del punto vendita Carrefour di Cascia, negozio chiuso a seguito del sisma del 30 ottobre 2016, rispetto al quale i sindacati, Filcams Cgil e Fisascat Cisl, hanno più volte richiesto incontri alla proprietà per conoscerne le intenzioni e comprendere quindi il destino del personale dipendente.

“L’azienda non ha mai risposto né a noi né alle istituzioni locali – spiegano Cristina Taborro (Filcams) e Simona Gola (Fisascat) – ora però che mancano pochi giorni alla fine degli ammortizzatori (31 dicembre) è assolutamente necessario fare chiarezza. Per questo – continuano le due sindacaliste – abbiamo interessato le nostre federazioni nazionali, visto che la proposta in campo ad oggi in alternativa al licenziamento, cioè quella di un ricollocamento del personale di Cascia nei negozi di Roma è assolutamente improponibile. Se c’è davvero la volontà di salvaguardare il lavoro – concludono Taborro e Gola – perché non ricollocare il personale nei negozi più vicini di Terni e Rieti?”.

“Mantenere alta l’attenzione sulle zone terremotate significa in primo luogo difendere il lavoro che in quelle zone esiste, per questo riteniamo grave la scelta del gruppo Carrefour di lasciare Cascia, nel cui punto vendita prima del sisma lavoravano 9 persone che oggi vedono fortemente a rischio il proprio posto di lavoro”. Ad affermarlo è Filippo Ciavaglia, segretario generale della Cgil di Perugia. “Vogliamo interloquire con l’azienda, che fino ad ora non è si è dimostrata disponibile – continua Ciavaglia – per costruire insieme una soluzione che non impoverisca un territorio già fortemente in difficoltà, che si vedrebbe privato di un servizio per la cittadinanza. Ma bisogna fare in fretta, vista la prossima scadenza degli ammortizzatori sociali a fine anno – conclude Ciavaglia – percorrendo in primo luogo la strada della riapertura dell’attività in loco (individuando una nuova sede per il negozio), o comunque cercando soluzioni che non penalizzino le lavoratrici e i lavoratori di Cascia”.

2 Responses

  1. Sara sei l’esempio e la prova inconfutabile,reale,concreta,matematica di cosa significa avere la testa solamente per dividere le orecchie.L’intelligenza dice che per giudicare bisogna conoscere e per conoscere e’ necessario informarsi.Tutte qualita’ in te totalmente assenti

  2. Questo è un grande problema!! nn pensate solo agli operai della ex pozzi,che sono anni che sanno della loro posizione sapevano bene che nn riaprirà mai e continuano a nn fare nulla x lavorare, invece questi operai anno perso tutto x il terremoto e nn allungate di più la cassaintegrazione,,no no diamo la a chi va a spasso tutto il giorno,e se ne sta al bar al calduccio!!! bravissimiii

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