Ex Novelli, Lucidi (M5S): “Ecco il punto dal quale partire per fare un ragionamento politico”

Riceviamo e pubblichiamo il pensiero di Stefano Lucidi, senatore spoletino del Movimento 5 Stelle, sulla questione ex Novelli:

In queste ore è rimbalzata sui quotidiani la seguente notizia:  “il Tribunale di Castrovillari con provvedimento del 26-27 settembre 2017 ha valutato non sussistenti i presupposti e le condizioni di cui all’art. 160 L.F. per la domanda di concordato preventivo presentata da Alimentitaliani srl.”
 
Ma che significa?
 
Significa che l’azienda alla quale sono state cedute attività e passività, lo scorso dicembre 2016, del Gruppo Novelli si trova ad un passo dal fallimento, così come l’azienda madre Novelli, che è stata “svuotata” di tutto.
 
In termini di città, aziende, prodotti e uomini significa anche che: Terni sede centrale prefallita, Amelia pane prefallita, Amelia Mangimi prefallita, Terni mangimi prefallita, commercializzazione uova prefallita. Rimangono fuori gli allevamenti di galline, Spoleto,  ma senza i mangimi le galline non mangiano, e se le uova non le metti nelle scatoline non le vendi!
 
Se l’ipotesi di fallimento venisse confermata, questo determinerebbe la nomina di un curatore fallimentare, che dovrebbe tentare la soddisfazione dei crediti pendenti, anche per mezzo della vendita di beni immobili e immateriali.
 
Questo è il punto dal quale partire per fare un ragionamento politico.
 
Se gli aspetti da salvaguardare sono, continuità aziendale, tutela dei lavoratori e tutela dei creditori, pare evidente che il fulcro dell’operazione deve essere l’Umbria, perché qui è nata l’azienda, qui sono cresciute generazioni di lavoratori e qui devono essere i destini dei tre poli industriali e agricoli Novelli.
 
Il futuro fallimento potrebbe anche non essere un destino negativo, perché esistono soluzioni e risorse proprio per questa fattispecie. Ad esempio da tempo sempre più aziende vengono recuperate da cooperative di lavoratori i cosiddetti workers-buy-out, e considerando che sono proprio i lavoratori umbri ad avere un enorme know-how questa soluzione potrebbe non essere così peregrina.
 
Ma resta però da attendere sempre cosa decideranno i due tribunali, Terni e Castrovillari.
 
Veniamo quindi ai terzi Ex della storia. Perché a seguito della notizia sono immediatamente arrivate le prime posizioni politiche le quali meritano una risposta, vista la gravità, miopia e scarsa memoria dimostrate.
 
Il consigliere Cavicchioli avrebbe dovuto chiedere nella lettera al Sindaco di Terni e alla Presidente Marini i motivi per i quali nello scorso dicembre hanno avallato la cessione che ha determinato due prefallimenti.
Anzi avrebbe dovuto inviarla a tutti i politici presenti al tavolo MISE, Comuni di Spoleto, Amelia, Terni, Regione Umbria, Lazio e Lombardia. Nessuno sollevo dubbi. Nessuno chiese il famoso piano industriale.
 
Le dichiarazioni fatte si trovano sul sito del Ministero.
 
Gli Onorevoli Sereni e Rossi, anziché telefonare alla Bellanova, dovrebbero imporre al loro Governo che venga permesso ai parlamentari e consiglieri regionali e chiunque voglia, di partecipare, ascoltare e intervenire ai tavoli ministeriali, visto che al momento questo fatto ci viene impedito tramite una semplice circolare ministeriale.
 
I sindacati dovrebbero spiegare anch’essi perché hanno avallato e spinto verso la cessione dello scorso dicembre, che ha determinato un fallimento ed un pre-fallimento.
 
Ma sopratutto dovrebbero spiegare in base a quali criteri hanno fatto svolgere il referendum aziendale, che, ricordiamo, fu caratterizzato da votazioni e spogli contemporanei, sito per sito, e per di più fatte ad esempio a Terni sul cofano di una macchina.
 
È importante mantenere vivo il ricordo dei fatti ed i luoghi, la loro successione temporale, i nomi e i cognomi, perché seppur a pochi mesi dalle vicende i nostri politici sembrano aver dimenticato tutto.
 
Seguirò la vicenda nei prossimi giorni, come sempre, da molto vicino, e chi invece dovrebbe tacere lo faccia.
E magari chiedere almeno scusa.
 
 
Stefano Lucidi
MoVimento 5 Stelle