Umbria, violenta la compagna minacciandola col coltello

Arrestato per violenza sessuale, lesioni e maltrattamenti un 32enne di origini calabresi

Una storia di abusi e maltrattamenti che durava da circa due anni, ossia da quando un 32enne di origine calabrese aveva cominciato a maltrattare fisicamente e psicologicamente la sua compagna, una 36enne ternana.

Liti continue, toni più che accesi e grida spesso tali da richiedere da parte del vicinato l’intervento dei carabinieri di Amelia. Ieri mattina il prologo a quello che nessuno avrebbe creduto potesse verificarsi nella notte appena trascorsa: l’ennesima lite e la chiamata al 112 dei Carabinieri. Lite in famiglia, solito scenario, una coppia in difficoltà, un bambino a cui, costretto ad assistere ai continui litigi, viene sottratta la spensieratezza dell’infanzia.

Poi tutto si ricompone, il comandante della stazione di Amelia (TR) e il suo vice intervenuti sul posto lasciano la famiglia a ricucire gli strappi dopo le raccomandazioni di rito. La notte successiva l’epilogo: la lite che si riaccende, l’aggressione e la violenza sessuale fra le mura domestiche. Un vicino chiama il 112 e le luci blu della pattuglia del Nucleo Radiomobile che solca veloce le strade del centro storico si riflettono sui muri di una città che ancora riposa tranquilla.

Pochi minuti ed i carabinieri giungono all’abitazione della coppia, la donna racconta tutto ai militari: l’uomo viene accompagnato in caserma per gli approfondimenti del caso, mentre la sua compagna viene portata all’ospedale di Narni per essere sottoposta alle cure dei sanitari. In caserma la donna racconterà nel dettaglio le fasi della violenza subita, di quel rapporto a cui è stata costretta sotto la minaccia di un coltello da cucina e della ferita sul braccio con cui il compagno ha voluto a suo dire segnarla.

I carabinieri di Amelia hanno lavorato senza sosta per ricostruire minuziosamente tutte le fasi della vicenda, effettuando i rilievi nel corso del minuzioso sopralluogo sulla scena del crimine e redigendo i relativi verbali per contestualizzare ogni sfumatura che potesse rendere chiara la triste dinamica dei fatti. Il sostituto procuratore Raffaele Pesiri, informato dai militari sin dalle prime luci dell’alba, non ha avuto dubbi nel concordare sulla misura restrittiva e l’uomo è stato portato al carcere di Sabbione in attesa dell’udienza di convalida per lesioni, violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia.

Il perpetrarsi di questa ulteriore brutta vicenda fra quelle che dovrebbero essere le “mura amiche” non può che servire a ribadire la necessità urgente di segnalare, non solo da parte delle vittime ma anche delle persone a loro vicine, queste situazioni critiche affidandosi alla grande sensibilità che l’Arma e le altre FF.PP., insieme alle Procure ed alle altre istituzioni, hanno nell’affrontare e risolvere nel miglior modo possibile queste “insane” relazioni di coppia.