Quasi 90 mila persone in città per la 60ma edizione e il botteghino vola. Cardarelli: “Dopo il terremoto ne avevamo bisogno”. Polemica da Umbria Jazz
Sono soprattutto le presenze in crescita e gli incassi che volano, a far sorridere il direttore artistico Giorgio Ferrara e il sindaco Fabrizio Cardarelli.
I numeri sono stati forniti domenica pomeriggio al Caio Melisso, nell’ambito della conferenza stampa finale del Festival. Le presenze sono state 90 mila, ossia 10 mila in più dello scorso anno, mentre il bilancio del botteghino è passato da 670 a mila a 860 mila euro.
“Con il concerto finale dell’Orchestra Cherubini diretta dal maestro Riccardo Muti – ha detto Ferrara – chiudiamo un’edizione eccezionale che è sotto gli occhi di tutti. La linea di condotta tracciata negli ultimi dieci anni è evidentemente giusta ed è su questa che proseguiremo”.
Nella tarda mattinata di domenica da Perugia, il direttore di Umbria Jazz, Carlo Pagnotta, si è lanciato in una polemica sulle date del Festival per via della sovrapposizione: “Andate a Spoleto a chiederlo, le date di Umbria Jazz sono fisse da tempo mentre a Spoleto sono elastiche come la pelle dei co****ni”. Dopodiché sempre Pagnotta, come riportato da alcuni giorni, ha detto: “Spoleto e Umbria Jazz non sono paragonabili per numeri e quantità, noi in una sera facciamo tutto il pubblico loro”.
A rispondere a Pagnotta il sindaco Cardarelli: “Oggi qui è un giorno di festa, lasciamo il rammarico e le polemiche a chi quest’anno ha avuto qualche presenza in meno. Quello che conta per Spoleto dopo il terremoto è aver dato un segnale di normalità e vitalità, fondamentale per la ripresa della nostra industria principale, ovvero il turismo”.