Erbaioli: “Pensare che il problema sia il Ponte delle Torri significa non aver compreso”

Riceviamo e pubblichiamo la mozione sul disagio giovanile pubblicato della consigliera Carla Erbaioli sostenuta da tutto il gruppo Pd di Spoleto che chiede all’amministrazione di attivare un progetto strutturale in favore e a sostegno di bimbi e adolescenti. 

Premesso che a Spoleto sono accaduti negli ultimi tempi tre casi di suicidio di minori.

Considerato che in questa situazione di crisi generale si genera un inevitabile fallimento per la nostra comunità quando davanti alla difficoltà di vivere qualcuno getta la spugna. Quando le persone colpite sono minorenni ancora maggiore è la nostra responsabilità; la responsabilità di cittadini, di politici, ma soprattutto di amministratori che non possono ignorare, che non possono rimanere inermi, immobili. Dobbiamo tutti farci carico di un problema che colpisce le generazioni più giovani e quelle che in modo particolare sono ancora sotto la tutela della famiglia. Pensare che il problema sia il Ponte delle Torri significa non aver compreso.

Il ponte è un mezzo, attraverso il quale un gesto che dovrebbe essere intimo e privato, si trasforma in un grido lanciato alla città, una  richiesta di aiuto a tutti noi fatta attraverso il simbolo della città stessa. Non è il ponte il colpevole, sono  altre le ragioni da ricercare e la politica ha il compito di indagarle queste ragioni, come fatto sociale; la politica ha il compito di tentare in ogni modo di alleviare il disagio  giovanile che pervade una parte  dei nostri giovani concittadini. È pura ipocrisia pensare di cavarsela con un messaggio di cordoglio. La politica deve dare risposte, prevenire, mettere in campo azioni concrete, lanciare le basi per un progetto di largo respiro che indaghi il malessere, il disagio, il bullismo, la nostra incapacità di comprendere i bisogni, le aspettative, le istanze dei giovani, la difficoltà delle famiglie a fare un percorso di dialogo, di educazione. La politica deve dare sostegno alla genitorialità e mettere tutti noi in grado di dare ai ragazzi un orizzonte, non facile, non immediato, ma di possibilità, di crescita, di costruzione, di futuro.

Tenuto conto che sarebbe importante avviare un’indagine sullo stato dei giovani, riuscire a comprendere le  loro paure, le loro incertezze, il loro malessere, lo scoramento; sconfiggere la paura. “Le fiabe non ti insegnano che i draghi esistono, ma che i draghi possono essere sconfitti” scriveva Chesterton. Ecco, noi  politici dobbiamo mettere in moto un percorso che lanci un messaggio chiaro e forte. Non ti dico che la strada sarà facile, ma ti dico che ce la puoi fare e ti aiuterò a farcela; non ti dico che non cadrai, ma ti assicuro che potrai rialzarti e ti aiuterò a farlo; non ti dico che raggiungerai tutto ciò che ti prefiggi, ti dico che il percorso, il viaggio che stai compiendo è comunque più importante della meta. E in questo viaggio potrai trovare tanti al tuo fianco, la tua famiglia, gli amici di oggi e di domani, la comunità, le istituzioni e anche la politica.

Cominciamo ad avviare percorsi a partire dalle scuole primarie, percorsi di ascolto, di educazione al rispetto di se stessi e dell’altro, percorsi di educazione sentimentale. Dobbiamo impegnarci per dare risposte ai ragazzi più fragili della nostra città. Altrimenti avremmo fallito come comunità. “Il miglior modo di onorare i morti è occuparsi dei vivi” diceva un nostro grande Presidente della Repubblica. Nostro compito è quello di creare una rete di protezione, che non è la rete da mettere sotto un ponte, ma una rete di protezione sociale contro la fragilità, impegnando anche le associazioni (culturali, sportive, di promozione sociale) le famiglie, la scuola, le parrocchie, i ragazzi stessi che possano farsi sentinelle attive per i loro compagni più fragili, più indifesi. Se non facciamo questo avremmo fallito come comunità.

Alla luce di quanto esposto il Consiglio Comunale impegna il Sindaco del Comune di Spoleto e la Giunta: ad avviare al più presto azioni concrete di prevenzione al disagio giovanile attraverso un progetto ampio che parta dalle scuole primarie; ad attivare punti di ascolto; e ad attuare un coordinamento per una rete sociale di associazioni e soggetti che sappiano cogliere i primi segni di disagio ed incanalarli nelle giuste strutture per un adeguato supporto psicologico.

One Response

  1. Sono pienamente d’accordo con quanto detto dalla consigliera Erbaioli: il problema non é il ponte, simbolo caratteristico della cittá; chiudendolo non si andrá a colmare tutti quei disagi che stanno alla base della società e della persona. Il ponte é solo un mezzo per gridare silenziosamente il proprio dolore, quando non si sa piú come affrontarlo. Mi auguro che il Sindaco possa prendere al piú presto e alquanto concretamente dei provvedimenti. Mettiamo a disposizione dei ragazzi, dei bambini e di tutti i cittadini, figure competenti volte al sostegno e all’ascolto.

I commenti sono chiusi.