Il 9 aprile sempre nel Salone d’Onore si aprirà anche “Tesori della Valnerina” un’altra mostra sui beni culturali salvati da edifici danneggiati o crollati
“Questa mostra, nei locali della Rocca degli Albornoz, ci rimanda ad un sentimento di forza, di un’Umbria che con tenacia vuole ripartire e ci dice che questa terra sta in piedi. E le opere che qui sono ospitate ci raccontano dello straordinario lavoro di messa in sicurezza realizzato dalle donne e dagli uomini del sistema di protezione civile, dei Carabinieri, dei Vigili del fuoco, di tanti volontari, e delle strutture del Ministero dei Beni culturali e delle Soprintendenze. Un lavoro che ha permesso di recuperare oltre 4000 opere che oggi sono custodite nella struttura della Regione, a Santo Chiodo di Spoleto”.
È quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nel corso del suo intervento alla cerimonia di inaugurazione della mostra “Ospiti in Rocca”, allestita nella sale del Museo nazionale del Ducato di Spoleto, che ospita una prima raccolta di opere provenienti dai territori delle Marche, Lazio e Umbria, colpiti dagli eventi sismici. La presidente Marini era accompagnata – tra gli altri – dall’assessore regionale alla Cultura, Fernanda Cecchini, che ha voluto sottolineare il fatto che “la mostra rappresenta anche una testimonianza di solidarietà tra i territori che sono stati accomunati da un evento così doloroso”. A questo eventi ne seguirà un altro, ben più ampio per numero di opere che ospiterà, che sarà inaugurato il prossimo 7 aprile, dal titolo “Tesori della Valnerina”.
Crocifisso in legno di oltre due metri risalente alla prima metà del XVI secolo proveniente dalla chiesa di Sant’Anatolia di Narco. La coppia di sculture in terracotta invetriata Annunciazione dello stesso periodo salvate dal Museo della Castellina di Norcia, da cui proviene anche il Bossolo del magistrato in legno sagomato, intarsiato e dipinto risalente al XV-XVI secolo. Provengono da fuori regione invece la tempera su tavola del XV secolo Madonna del Bambino, recuperata dal Museo diocesano di Ascoli Piceno; il dipinto olio su tela di San Sebastiano estratto dalle macesie dell’omonima chiesa di Amatrice, mentre dalla Pinoteca di Camerino proviene il dipinto tempera su tavola del 1463 Madonna della Misericordia e i Santi Venanzio e Sebastiano.