Riceviamo e pubblichiamo una mail arrivata al nostro staff.
Che confusione….diceva una nota canzone dei ricchi e Poveri, che poi continuava “sarà perchè ti amo. Ed è proprio l’amore verso questa strana città che mi porta a scrivere queste poche righe che spero pubblichiate. A proposito di confusione. Leggo nel vostro blog che in centro hanno chiuso due storiche edicole di giornali e sono sicuramente solo le due ultime attività in ordine cronologico che hanno gettato la spugna. Il terremoto ha sicuramente peggiorato la situazione, ma non è che l’anno scorso di questi tempi, magari in Corso Mazzini, si faceva a spintoni. Sento da tanto tempo tanti troppi discorsi, proclami che quasi sempre si concludono con fragorosi tonfi: La città che vive tutto l’anno, la città a vocazione turistica ecc…
Cratere si, cratere no. Poi cratere si, quindi reclamizziamo i danni provocati dal Sisma, decine, centinaia di stabili inagibili, poi però improvvisamente ci lagnamo perchè i turisti non vengono più. Strano che non abbiano voglia di farsi una bella passeggiata in centro schivando transenne a tutto spiano e con la prospettiva di beccarsi un cornicione in testa. Dai tempi antichi si sa che è complicato avere la botte piena e la moglie ubriaca.
Di fatto si naviga poco, molto poco e a vista, anzi qualcuno è convinto che neanche si navighi. L’idea, che purtroppo non arriva dalle istituzioni, ma dalla gente, è che non ci sia proprio un’idea, un progetto, una prospettiva.
La gente comune, quella che oggi con disprezzo chiamano populisti, guarda sgomenta il lento spegnersi di una città piena di rimpianti, ricordi, di era meglio quando era peggio, ma senza la speranza neanche accennata di guardare avanti.
Intanto l’erba del vicino è di un verde accecante, i poli scolastici fanno la spola dalla ex Dante a San Paolo andata e ritorno già un paio di volte, e i progetti rimangono a marcire in quei cassetti che la propaganda elettorale doveva aprire a raffica e che di fatto sono rimasti chiusi, chiusi come sempre più attività in quel centro storico che per qualcuno è quasi crollato per altri è tranquillamente e orgogliosamente in piedi: Che confusione!
SG