Spoleto, Sergio Grifoni dice la sua sulla questione terremoto/cratere

spoleto terremotoSpoleto, Sergio Grifoni dice la sua sulla questione terremoto/cratere 

Girovagando su Facebook ci siamo imbattuti su questo post di Sergio Grifoni che vogliamo condividere con voi:

LI CHIAMEREMO … PONZIANO!
A Norcia, Preci, Cascia, tante macerie nel silenzio dignitoso e responsabile degli interessati.
A Spoleto, meno macerie, ma tante parole: troppe!!!
C’è chi corre per prendersi i meriti; chi per addossare ad altri le responsabilità; chi funambolicamente riesce a fare entrambe le cose.
La città, intanto, resta a guardare, a giudicare, a sperare, a spettegolare.
Con un centro storico svuotato, transennato, impaurito: desolante!
Cratere si, cratere no, cratere in parte.
Scuole chiuse, poi aperte, poi richiuse.
So che è più semplice parlare dalla parte di chi giudica, piuttosto che da quella di chi deve decidere, soprattutto in situazioni di emergenza.
Però, proprio in queste situazioni ci dovrebbe stare il più ampio coinvolgimento di tutte le componenti di una comunità, non tanto per la scelta finale, perché questa spetta legittimamente a chi è stato eletto dai cittadini, quanto per informare puntualmente sullo stato dell’essere e condividere a priori scelte di strategia operativa che andranno ad incidere sul futuro economico e sociale del territorio.
Questo, a mio avviso, è mancato o, se è stato in parte fatto, è avvenuto quando le criticità erano già consolidate.
Gli operatori economici, i residenti del centro storico, le Associazioni, se coinvolti subito, avrebbero potuto offrire spunti plausibili sulle modalità del come procedere.
Anche perché l’effetto delle decisioni sarebbe ricaduto sulla loro pelle, come effettivamente avverrà.
E quando una decisione è condivisa a priori, non spunteranno più i primi della classe, come non avranno più ragione d’esistere le critiche del dopo.
Magari, analizzando i pro ed i contro, avrebbero potuto suggerire di non forzare più di tanto l’ingresso tardivo nel cratere, soprattutto se limitato e limitante.
Limitato cioè a chi ha realmente ricevuto danni strutturali e limitante per i tanti, sicuramente i più, che riceveranno per ricaduta danni economici.
E non saranno solo i commercianti del centro storico, ma tutte le attività economiche della città, e non solo, a risentirne oggi e in futuro.
Qualcuno obietterà: forse era meglio star fuori dal cratere?
Da approfondire ma, probabilmente sì, piuttosto che starci a “mezzo servizio”.
Perché al danno, potrebbe seguire la beffa.
Perché oggi appariamo come una città pronta a ricevere una marea di soldi “grazie” al terremoto, ma invece arriveranno solo per quegli interventi che, comunque, non si sarebbero potuti ignorare.
Perché, con la scusa dei soldi del terremoto, probabilmente saremo tagliati fuori da altre opportunità di finanziamento e di sostegno economico.
Avveniva prima, figuriamoci adesso!!!
Perché oggi appariamo agli occhi dei più una città terremotata, bella sì, ma da evitare.
Basta chiederlo agli albergatori, ai ristoratori, alle agenzie turistiche, ai commercianti, agli artigiani, etc.
Quanto potremo resistere in queste condizioni?
Ecco perché, a mio avviso, occorre più che mai rifuggire da tentativi di protagonismo e da accaparramento dei meriti, da qualsiasi parte arrivino, ma rimboccarsi tutti le maniche per individuare le strade utili a tamponare una situazione drammatica.
Con progetti reali ed impegni scritti da parte di chi può.
Basta passerelle, convegni o incontri fumosi e strumentali.
Chi ha sbagliato, abbia l’umiltà di ammetterlo; chi può, abbia il coraggio di agire; chi deve, abbia la disponibilità a coinvolgere.
Possibilmente in silenzio.
San Ponziano ci protegge dal terremoto, non dalla crisi!!!