Spoleto, “Lisci lascia”…scioglilingua o c’è dell’altro?
Leggendo l’ODG del prossimo consiglio comunale, tra le tante cose di cui si parlerà, spiccano le dimissioni del consigliere Stefano Lisci dalla presidenza della commissione Controllo e Garanzia. Come dice il nome stesso, una commissione con lo scopo di controllare e garantire e per questo affidato alle opposizioni.
Le parole con le quali Lisci passa la mano sono piuttosto dure, segno di un forte malessere con lo schieramento cittadino del PD che invece di incalzare l’amministrazione in affanno con un’opposizione ferma e decisa, vacilla imbarazzata vivacchiando alla meno peggio. Ecco un estratto della lettera:
Le difficoltà evidenti dell’attuale amministrazione comunale e il giudizio negativo crescente dei cittadini nei loro confronti dovuto anche all’aggravarsi della situazione economica e occupazionale di questa città, impongono al PD una opposizione responsabile ma anche incalzante e puntuale. Basta con le promesse che poi non vengono mai mantenute, i discorsi vuoti fatti solo per prendere tempo, gli accordi sottobanco, i politici che vivono la politica solo per interessi personali e non per il bene comune. La discussione della “cosa pubblica” deve tornare nei luoghi a lei più consoni, come le sedi di partito, il consiglio comunale e soprattutto in piazza tra la gente.
Parole al vetriolo che non sembrerebbero aver causato per ora significative reazioni e che forse lo faranno in fase dibattimentale giovedì. Ma un fatto è certo: Spoleto è una città piuttosto particolare, dove tutto sembra risolversi sempre in un niente tanto imbarazzante da essere ormai diventata una prassi.
In altre parole, tutto scorre senza il minimo sussulto, assessori che vengono altri che vanno, gente che si dimette, accordi politici imbarazzanti con il confine sempre più labile tra governo e opposizioni dove gli orientamenti di fondo vengono continuamente rimescolati nel silenzio generale.
Tra le stantie e stucchevoli manifestazioni d’amore di cui infarciamo ogni giorno le pagine di Facebook alla pubblicazione della solita foto del Duomo, della Rocca o di Don Matteo, forse sarebbe il caso interessarsi un pò di più alla cosa pubblica invece di affidarsi ai soliti “ah io tanto di politica non me ne occupo” salvo poi scuotere la testa e dire che tanto va tutto male.