Usb Spoleto: “Pretendiamo completa verità su operaio travolto e ucciso da un camion”

gls tirUsb Spoleto: “Pretendiamo completa verità su operaio travolto e ucciso da un camion”

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del sindacato USB Spoleto:

Quanto successo nella notte tra il 14 e il 15 settembre davanti al polo logistico della GLS è, purtroppo,  una tragedia emblematica dei nostri tempi. Abd Elsalam Ahmed Eldanf è stato travolto e ucciso da un camion della multinazionale GLS mentre stava partecipando ad uno sciopero con picchetto organizzato dalla Unione Sindacale di Base(USB) in appoggio ad una difficile trattativa con l’azienda. In sintesi, per il giorno 14 la USB aveva indetto un’assemblea dei lavoratori per il mancato rispetto della ditta agli accordi già sottoscritti a maggio sull’assunzione a tempo indeterminato di 13 lavoratori precari e sul miglioramento di condizioni lavorative quasi da schiavitù. In serata, poco prima del dramma, la GLS ha inspiegabilmente rotto le trattative con la USB e di fronte all’ennesimo comportamento dell’azienda, i lavoratori hanno iniziato lo sciopero immediato e si sono mossi per il blocco dei magazzini. A questo punto, secondo le testimonianze degli operai, un camionista, incitato da un dirigente dell’azienda a sfondare il picchetto, ha investito un lavoratore uccidendolo. 

Abd Elsalam Ahmed Eldanf aveva 53 anni e 5 figli, lavorava per GLS dal 2003 e stava manifestando in solidarietà ai propri compagni precari, perché lui possedeva già un contratto a tempo indeterminato. Che la sua uccisione sia “considerata” intenzionale o meno, le responsabilità dell’azienda sono del tutto evidenti per la tracotanza con la quale sistematicamente viene meno al rispetto del contratto e degli accordi in azienda, dove impone un clima di minacce e di ricatti, favorendo un meccanismo perverso (come in tutto il settore della logistica) che mette in conflitto i lavoratori, uno contro l’altro. Altrettanto inconfutabili sono le responsabilità dei governi (passati e di Renzi) nell’introduzione della precarietà e nell’approvazione di leggi come il jobs act  che sono le vere cause dell’uccisione dell’operaio, dello sfruttamento di lavoratori, dell’arroganza padronale e del disagio giovanile. E il segno del cambiamento dei tempi (decisamente sprofondati nel 1800) è stato anche l’atteggiamento della magistratura sul tragico fatto, con il procuratore di Piacenza che immediatamente, prima dei dovuti accertamenti, si è schierato, sostenendo che non ci fosse un picchetto e quindi come di fatto si sia trattato di incidente. Come immediata risposta agli eventi, la USB nazionale ha dichiarato immediatamente lo sciopero in tutto il settore della logistica ed una manifestazione a Piacenza. Si stanno organizzando anche presidi di protesta nelle principali città, compreso in Umbria, ai quali invitiamo a partecipare.

PRETENDIAMO LA COMPLETA VERITA’ SU QUANTO ACCADUTO A PIACENZA, SENZA COPERTURE DI REGIME E LOTTIAMO CONTRO LE POLITICHE CHE HANNO PORTATO ALLO STRAPOTERE DEL PROFITTO SULLA DIGNITA’ DEL LAVORO: SIAMO TUTTI CHIAMATI IN CAUSA! 

USB Territoriale

 Ettore Magrini