“Quando andavo a scuola, mi rifiutavo di avere un diario segreto perché mi pareva inutile scrivere senza che i miei pensieri fossero destinati ad altri lettori all’infuori di me”.
È un Cesare Cremonini sincero e diretto quello che – di fronte a un pubblico da record, ricco di giovani – si è confessato a cuore aperto a Spoleto nella prima giornata degli Incontri di Paolo Mieli, la rassegna di conversazioni che andrà avanti fino al 10 luglio in tutti i fine settimana del Festival dei 2Mondi.
“Sono sempre stato convinto che l’arte abbia bisogno del consenso popolare per materializzarsi. Io non ho mai pensato di poter diventare un artista senza ricevere l’applauso del pubblico. Pupi Avati, con cui ho lavorato qualche anno fa, diceva sempre che cerco di piacere a tutti, e forse in parte aveva ragione. Fare l’artista per me significa non solo scrivere, ma pubblicare”.
Cremonini, sulla sua pagina Facebook ha dedicato un post al festival di Spoleto. Eccolo:
Lamentarsi dei voti ignoranti facendo le pulci a una democrazia “troppo” democratica, e farlo su Facebook che si appoggia sullo stesso pavimento scivoloso, vi prego no eh….Solo questa, per favore vi prego vi prego vi prego vi prego vi prego no.
Detto ciò la settimana scorsa ero in spiaggia e dormivo beato. Una ragazza si avvicina e mi sveglia, per una foto. Le chiedo molto gentilmente se può non postarla su Facebook. Ma così, sai, con la gentilezza con cui si raccolgono i fiori.
“Allora non la voglio!”, mi fa. Ed ecco che si mette e piangere.
Sai che quasi quasi anche io?