Spoleto, si è spento Learco Saporito, il ricordo di Grifoni
Di Sergio Grifoni:
Si e’ spento il Senatore Learco Saporito.
Un capace statista, un uomo dai veri valori, un moderato della politica, un amico fraterno.
Ero un giovane segretario della DC spoletina quando, nel 1983, a sorpresa dei piu’, il partito romano mi comunico’ di aver deciso di proiettare Learco quale candidato nel nostro collegio senatoriale, indicato a prendere il posto di Giancarlo De Carolis, dirottato al CSM.
Tante proteste da parte dei locali, dei folignati e degli amici della Valnerina, che puntavano su “cavalli” di razza del posto, ma l’ultima parola spettava alla sede centrale dello scudo crociato e la candidatura fu cosi’ confermata.
Gli avversari si fregavano le mani, certi che un estraneo al territorio, non sarebbe riuscito a mantenere il seggio senatoriale da sempre appannaggio della democrazia cristiana.
Non lo conoscevano ancora.
Lo incontrai la prima volta all’ex Motel Agip e, nonostante ci fossero rappresentanti politici piu’ autorevoli di me, fui il primo che, quale segretario cittadino del partito, volle incontrare, a testimonianza del suo massimo rispetto dei ruoli.
Il suo non mascherabile accento campano, era una cartina al tornasole della sua provenienza, ma lui riusci’ a tramutarla in caratterista accattivante, utile a facilitare il feeling con chi avvicinava.
Nonostante il Partito subisse una flessione notevole a livello nazionale e regionale, Saporito vinse con percentuali inaspettate, avendo portato con se un sistema organizzativo ed operativo, nuovo e trascinante: una macchina da guerra!!!
Vicino all’area che faceva capo a Ciriaco De Mita, ed amico personale dell’allora Presidente del Senato, Nicola Mancino, maturo’ a livello istituzionale una autorevolezza di assoluto prestigio, fino a diventare piu’ volte Sottosegretario alla Funzione Pubblica.
Mi preme anche ricordare il suo indiscutibile impegno a favore del territorio che rappresentava.
La sua azione, insieme ad altri colleghi di partito, per concretizzare il progetto, poi diventato realta’, della Scuola di Polizia, a “braccetto” con l’amato Arcivescovo Mons. Alberti, amico personale di Oscar Luigi Scalfaro, allora Ministro degli Interni.
Lo stimolo verso il Ministro dei Beni Culturali, Antonino Gullotti, per far maturare i giusti finanziamenti necessari per “liberare” la Rocca Albornoziana e costruire il nuovo super carcere di Maiano.
Le battaglie portate avanti per far inserire nella legge finanziaria prima, e confermare poi, i giusti finanziamenti per il Festival dei Due Mondi, azione questa riconosciuta ed apprezzata dallo stesso maestro Menotti, con il quale non mancava anche di entrare in aperto contrasto per una diversa visione di gestione del festival.
La proposta di legge per far diventare Spoleto/Foligno/Valnerina sede di una nuova Provincia, la terza dell’Umbria.
Certo, oggi come oggi con l’abolizione delle stesse, potrebbe apparire come superflua ma, se fosse stata approvata, probabilmente questa parte dell’Umbria in generale, e Spoleto in particolare, si sarebbe trovata in una posizione socio-economica di maggiore rilievo.
La sua vicinanza ed amicizia con il mondo agricolo e la Coldiretti, nonche’ con quello dell’associazionismo, essendo anche stato per un breve periodo Presidente della Confcooperative di Perugia.
Materializzava il suo interesse verso gli altri, non solo con l’impegno personale, ma anche quale presidente nazionale dell’ANFE, l’associazione delle famiglie emigrate.
Facendo una sintesi assertiva del suo impegno verso la nostra citta’, posso tranquillamente affermare, senza paura di essere smentito, che ha fatto molto piu’ lui, non spoletino di nascita ma di adozione, di alcuni spoletini veraci.
Ha insegnato il modo di fare politica a tanti giovani di allora, che amava coinvolgere e responsabilizzare, senza mai dimenticare il rispetto verso gli avversari partitici.
Un politico, cioe’, di altri tempi e con altri valori.
Sicuramente mi mancheranno i suoi preziosi consigli e la visione schietta di quelle benevole e cordiali strette di mano che elargiva a tutti coloro che incontrava lungo le strade cittadine, senza mai chiedere appartenenza o ceto sociale.
Se n’e’ andato uno statista, un professore universitario, un autorevole uomo.
Se n’e’ andato, soprattutto, un vero amico di Spoleto.
Sergio Grifoni