L’eremo di Sant’Antonio è stato abbandonato ed è in totale rovina negli ultimi venti anni, tanto che è nei piani di alienazione e quindi vendita del Comune a una cifra piuttosto contenuta, circa 400 mila euro.
Lungo il tragitto troviamo tappeti di auto gettati in mezzo al bosco da ignoti “col gusto di distruggere – dice il consigliere Emili – ambiente che appartiene a tutti, compresi gli incivili”.
Il patrimonio storico insiste in un luogo straordinario, ma per ora non si può neanche accedere a causa della vegetazione. Il consigliere Emili propone una task force con tutte le associazioni e le realtà attive della città al fine di mappare tutti i luoghi abbandonati per poi definire progetti di rilancio: “L’appello è alla città, facciamo squadra per salvare il nostro patrimonio con le idee vere, iniziando un percorso di confronto che intanto aggrega ma può anche portarci anche a reperire fondi europei”.
Un nostro lettore fornisce alcuni riferimenti storici: Nel 1400 apparteneva alla famiglia Cecili che a fine secolo lo donò ai frati Clareni. All’eremo di Sant’Antonio, poi, ci si allocarono gli Osservanti, che lo migliorarono in maniera corposa. Nel 1867 ci si riunirono i garibaldini di Mentana; il complesso fu poi acquistato dalla Società Operaia che in seguito lo cedette al Comune di Spoleto. Fino agli anni ’70 ci abitavano alcune famiglie. Dopo è iniziato l’abbandono e la distruzione. Il complesso è composto da una chiesa , un bel porticato in pietra e cotto, c’è un sotterraneo un vano lungo e stretto, affreschi ormai illeggibili.
Il Consigliere Emili ha buon senso!
Il Consigliere Emili ha buon senso!