Spoleto, pozzo con acqua caldissima: parola al geologo Mattioli

11224309_10208453964773665_7782715525519895876_n (1)Sul fenomeno del pozzo da cui sgorga acqua a calda a San Martino in Trignano, il geologo di Spoleto Bruno Mattioli con un post su Facebook condiviso da diversi spoletini e circolato anche sulle principali pagine Facebook di dibattito cittadino ha spiegato che già nel 2002 durante una ricerca finanziata dal Ministero e compiuta da Ase e Università La Sapienza era stata riscontrata la presenza di gas nel sottosuolo
 
Di seguito il post integrale del geologo: 
 
 
Leggo in ritardo la notizia di una manifestazione del riscaldamento dell’acqua in un pozzo a S.Martino in Trignano, che ha creato apprensione per l’Amministrazione Comunale, e non solo, per la comprensione delle cause di tale evento, tanto che qualche anima pia aveva anche ipotizzato l’incendio della lignite delle miniere.
Escludento subito l’amenità della lignite che è l’affermazione di un incompetente, l’Amministrazione potrebbe prendere atto di uno studio fatto ai primi di questo secolo dal Comune stesso nello specifico dell’ASE, con l’Università La Sapienza e la partecipazione dello scrivente, con un finanziamento del Ministero della Ricerca Scientifica, per lo studio della dinamica ed eventuale presenza di contaminazione nelle acque sotterranee dell’area del Marroggia (ASE, Universitò La Sapienza – Applicazione di nuove metodologie di monitoraggio ad un sito di prova per la loro verifica e messa a punto di un protocollo operativo, 2002, Spoleto).

Tra i risultatti dello studio era risultata la presenza di valori anomali di radon distribuiti lungo lineazioni evidentemente tettoniche, tanto che nel rapporto si scriveva:
“Le anomalie più elevate sono state misurate tra San Giovanni di Baiano e San Martino inTrignano. In questa stessa zona sono distribuite anche le maggiori anomalie della CO2 e del CH4.
L’allineamento evidenziato dalle anomalie delle tre specie gassose è in direzione NO-SE e segue il contatto litologico tra i sedimenti quaternari della piana e la formazione miocenica Marnoso− arenacea. Anche l’osservazione delle foto aeree ha evidenziato diversi elementi geomorfologici che confermano la probabile presenza di un elemento morfotettonico in tale direzione.

Tali osservazioni suggeriscono la presenza di un elemento tettonico, che funge da via preferenziale di risalita dei fluidi di origine profonda, ipotesi confermata dalle caratteristiche fisico-chimiche di CO2 e CH4 che, come è noto dalla letteratura,
costituiscono i carrier gas per gli elementi in traccia, come il radon.
La distribuzione del radon nell’area investigata delinea inoltre la presenza di una anomalia allungata in direzione SO-NE, localizzata sulla destra idrografica del torrente Marroggia, congruente con la direzione della faglia bordiera che pone in contatto i rilievi carbonatici dei monti di Campello con i depositi fluvio-lacustri Villafranchiani.
La presenza di anomalie di anidride carbonica e di metano al di fuori degli allineamenti evidenziati dal radon, fa supporre che la distribuzione di tali gas sia da correlare ad una duplice azione: strutturale (presenza di fratture) ed antropica (legata ad inquinamento)”.
Concludendo, tali manifestazioni di fluidi profondi a scala geologica sono normali e relativamente frequenti; al più possono essere dei precursori sismici…