Spoleto, il segretario di Confartigianato Gauzzi: “Nostri insaccati garantiti”
“Come sempre, quando si parla di alimentazione, è indispensabile controllare la qualità dei prodotti e scegliere in modo corretto, utilizzando tutte le informazioni disponibili anche grazie alle regole sulle nuove etichette”. Stelvio Gauzzi – Segretario di Confartigianato Spoleto/Valnerina interviene sull’allarme dell’Oms a proposito del consumo di carni rosse e insaccati, ritenuti potenzialmente cancerogeni.
“Per difendere la propria salute – sottolinea Gauzzi – bisogna sapere e scegliere bene cosa si mangia. Le nostre aziende artigiane utilizzano metodi di produzione e di conservazione tradizionali e naturali che niente hanno a che vedere con l’uso massiccio di additivi e conservanti artificiali diffuso in altri ambiti produttivi. Le nuove norme sull’etichettatura forniscono ampie garanzie al consumatore ed è possibile acquistare in sicurezza insaccati, salumi e carne rossa trattata, a patto che questa carne sia lavorata in modo corretto”.
“E a certificare l’alta qualità del cibo made in Italy – sottolinea Gauzzi – è anche il numero di specialità alimentari italiane riconosciute e tutelate dall’Unione Europea con i marchi DOP (Denominazione di Origine Protetta), IGP (Indicazione Geografica Protetta) e STG (Specialità Tradizionale Garantita) che impongono il rispetto di disciplinari di tutela della lavorazione e provenienza delle materie prime. L’Italia è leader nell’Ue per quantità di prodotti difesi da questi marchi di qualità. Per quanto riguarda le carni fresche sono 5 e per le preparazioni di carne (salumi e insaccati) sono ben 37”.
Intervento comprensibilissimo per il rilancio dei prodotti gastronomici del nostro territorio ma anche scientificamente inutile: l’OMS non ha classificato la carne lavorata come cancerogena per via dei conservanti, o in base alla provenienza o alla dieta degli animali, nè tantomeno per i controlli o i marchi di qualità.
Mi dispiace dirlo, ma questo cose non c’entrano proprio niente e bisogna fare chiarezza su questo punto.
Intervento comprensibilissimo per il rilancio dei prodotti gastronomici del nostro territorio ma anche scientificamente inutile: l’OMS non ha classificato la carne lavorata come cancerogena per via dei conservanti, o in base alla provenienza o alla dieta degli animali, nè tantomeno per i controlli o i marchi di qualità.
Mi dispiace dirlo, ma questo cose non c’entrano proprio niente e bisogna fare chiarezza su questo punto.