Spoleto, primo maggio presidio Usb in piazza della Libertà contro il Jobs act
Il governo Renzi con le riforme del lavoro previste con il jobs act svilisce il lavoro con una virulenza inaudita, basterebbe citare la concessione alle imprese della libertà di spionaggio sui dipendenti. Per i nuovi assunti non ci sarà più possibilità di un vero contratto a tempo indeterminato, in quanto, camuffato come “contratto a tutele crescenti”, il lavoratore può essere, oltre che demansionato, licenziato in qualsiasi momento.
Inoltre, la modifica dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, che prevedeva il reintegro del lavoratore ingiustamente licenziato, ha di fatto cancellato la possibilità del ritorno in fabbrica del dipendente “scomodo” all’azienda che può liquidarlo con una ininfluente somma risarcitoria. Così, i provvedimenti sopracitati, combinati insieme, sanciscono il LAVORO PRECARIO A TEMPO INDETERMINATO! Il salario è drammaticamente abbattuto, il lavoro viene comprato al massimo ribasso come ad una fiera, arrivando al lavoro gratis (chiamato volontario) come all’EXPO di Milano.
Il ricatto per avere la speranza di un lavoro è arrivata al culmine. A tal proposito la USB il 1° maggio a Milano, insieme ad associazioni e movimenti, manifesterà davanti all’EXPO contro il devastante sfruttamento del lavoro, dopo aver depositato un esposto alla Direzione Territoriale del Lavoro insieme alla “opposizione CGIL” e ADL. D’altronde, la FAVOLA che i nuovi provvedimenti del Governo avrebbero creato migliaia di posti di lavoro si è dissolta in breve tempo: sono stati solo sostituiti i contratti precari già esistenti con i contratti a tutele crescenti, cioè senza reali tutele per i lavoratori e per i quali non devono essere versati per 3 anni i contributi. A febbraio, infatti, i dati ISTAT dicono che vi sono stati 44.000 posti di lavoro in meno, con una disoccupazione che arriva al 12,7% ed al 42,6% negli under 25.
E’ evidente che per creare occupazione non serve ridurre i diritti ed i costi del lavoro. In una fase di deflazione come l’attuale, è indispensabile l’intervento pubblico in economia, investendo nella tutela del patrimonio naturale ed artistico e nella nazionalizzazione delle aziende strategiche per la collettività (cosa si aspetta, per rimanere in Umbria, a salvaguardare una delle più grandi fonderie ghisa coma la IMS e la prestigiosa AST?) Nel frattempo è d’obbligo porre un rimedio all’emarginazione sociale dei giovani disoccupati e di chi ha perso il lavoro, attraverso l’istituzione di un dignitoso SALARIO SOCIALE GARANTITO. Sicuramente questo non può essere l’obiettivo primario, ma nell’immediato risponde ai bisogni dei tanti cittadini che per sopravvivere sono costretti a subire ricatti e continue umiliazioni.
Si tratterebbe di una parziale redistribuzione della ricchezza che si è concentrata nelle mani di pochi privilegiati che stanno lucrando sulla crisi. E’ NECESSARIO CONTRASTARE IMMEDIATAMENTE LA LOGICA DEI TAGLI PUBBLICI (ALLA SANITA’ UMBRA VERRANNO TAGLIATE RISORSE PER 35 MILIONI DI EURO!) E COSTRUIRE, CON LA MOBILITAZIONE, UNA SOCIETA’ BASATA SU PRINCIPI DI UGUAGLIANZA.