Spoleto, chiusura degli uffici postali: parla Benedetti Valentini
Riceviamo e volentieri pubblichiamo una mail dell’avvocato ed ex parlamentare Domenico Benedetti Valentini sulla chiusura degli uffici postali.
“Da tanti anni conduco una battaglia, vorrei dire “culturale” prima che politica, contro la progressiva chiusura degli uffici postali nei centri minori, in particolare rurali, collinari e montani. Ho avuto solidarietà in linea di principio ma poche collaborazioni sul piano degli interventi risolutivi.
L’annuncio di una nuova raffica di chiusure e ridimensionamenti da parte di Poste Italiane mi indigna e preoccupa. Lasciare centri svantaggiati, anche capoluoghi comunali, Collazzone o Castel Ritaldi solo per fare esempi eclatanti, senza il servizio pubblico più essenziale, specie per le persone più anziane e meno mobili, è un atto socialmente irresponsabile che non è giustificabile con nessuna ragione economica.
Chiudere i servizi nei centri più emarginati è una politica davvero banale e si risolve in una spinta all’ulteriore spopolamento che i governi nazionali e regionali non dovrebbero permettere. Che senso ha sfornare periodicamente leggine di facciata “in favore dei Comuni collinari e montani” quando contemporaneamente si soffoca negli stessi l’essenzialità della vita quotidiana?
Ecco perché auspico un intervento – immediato e “vero” – del Governo e della Regione Umbria su Poste Italiane perché revochi i tagli annunciati e, se mai, riprenda in esame la mia proposta di associare agli uffici postali alcuni altri servizi a domanda privata per ripartirne i costi.
E, da ultimo, mi chiedo mentre leggo le dichiarazioni di tutte le autorità e parti politiche che protestano: se davvero tutti i partiti, di maggioranza e di opposizione, vogliono il mantenimento dei detti uffici postali, com’è possibile che non possano impedire ad una Azienda di capitale pubblico di attuare lo scempio?!”
VISTO CHE PARLIAMO DI PERSONE ANZIANE O DISABILI, PARLIAMO ANCHE DEI NUOVI LOCALI DOVE SI SOMNO SPOSTATE LE POSTE PRESENTI AI TRE PREZZI PER INTENDERCI, LOCALI PRESI IN AFFITTO QUASI ALLA FINE DEL PRIMO TRATTO DI VIA TUDERTE. QUESTO A VANTAGGIO DEGLI ANZIANI, DISABILI, E PENSIONATI, OLTRE NATURALMENTE AL TITOLARE DEI LOCALI.
VISTO CHE PARLIAMO DI PERSONE ANZIANE O DISABILI, PARLIAMO ANCHE DEI NUOVI LOCALI DOVE SI SOMNO SPOSTATE LE POSTE PRESENTI AI TRE PREZZI PER INTENDERCI, LOCALI PRESI IN AFFITTO QUASI ALLA FINE DEL PRIMO TRATTO DI VIA TUDERTE. QUESTO A VANTAGGIO DEGLI ANZIANI, DISABILI, E PENSIONATI, OLTRE NATURALMENTE AL TITOLARE DEI LOCALI.
Sono perfettamente d’accordo con Benedetti Valentini e vorrei aggiungere che nelle zone montane e/o svantaggiate molto spesso vengono spesi milioni di euro, (e lo dico con cognizione di causa) per degli interventi inutili e spesso anche dannosi, o per cose che la natura stessa realizzerebbe in modo gratuito, come ad esempio i soldi spesi per l’avviamento di cedui all’alto fusto: basterebbe non tagliarli e si trasformerebbero col tempo in fustaie (Ammesso che le condizioni stazionali lo permettano e che ciò sia tecnicamente ed economicamente conveniente, spesso ho visto cedui avviati all’alto fusto dove il legname di modesta pezzatura è stato smacchiato con i muli, mi dovrebbero spiegare come faranno, tra qualche decennio a tirare fuori dal bosco tronchi da segheria di cinque metri di lunghezza). Dico questo per puntualizzare che il tanto sbandierato “Sviluppo Rurale” non passa soltanto per il governo dei boschi o per i sacrosanti aiuti all’agricoltura, ma può anche significare l’investimento di fondi dedicati al mantenimento e all’incremento dei servizi di base, perché se il vero problema delle zone rurali e montane è quello dello spopolamento è bene che la politica investa per creare le giuste condizioni per cui tornare a vivere in qui luoghi diventi appetibile e vantaggioso con evidenti riflessi positivi anche per le zone urbane oggi più densamente popolate. Nei nostri paesi quando muore qualcuno si piange due volte: una volta per la scomparsa del caro estinto e una volta per la consapevolezza che col defunto se ne va anche un pezzo del paese che probabilmente non verrà mai più sostituito. Politici pensateci prima che si arrivi a un punto di non ritorno, a volte una scuola, un ufficio postale o un presidio sanitario, anche se anti economici in senso tecnico, valgono molto di più di una pineta.
Sono perfettamente d’accordo con Benedetti Valentini e vorrei aggiungere che nelle zone montane e/o svantaggiate molto spesso vengono spesi milioni di euro, (e lo dico con cognizione di causa) per degli interventi inutili e spesso anche dannosi, o per cose che la natura stessa realizzerebbe in modo gratuito, come ad esempio i soldi spesi per l’avviamento di cedui all’alto fusto: basterebbe non tagliarli e si trasformerebbero col tempo in fustaie (Ammesso che le condizioni stazionali lo permettano e che ciò sia tecnicamente ed economicamente conveniente, spesso ho visto cedui avviati all’alto fusto dove il legname di modesta pezzatura è stato smacchiato con i muli, mi dovrebbero spiegare come faranno, tra qualche decennio a tirare fuori dal bosco tronchi da segheria di cinque metri di lunghezza). Dico questo per puntualizzare che il tanto sbandierato “Sviluppo Rurale” non passa soltanto per il governo dei boschi o per i sacrosanti aiuti all’agricoltura, ma può anche significare l’investimento di fondi dedicati al mantenimento e all’incremento dei servizi di base, perché se il vero problema delle zone rurali e montane è quello dello spopolamento è bene che la politica investa per creare le giuste condizioni per cui tornare a vivere in qui luoghi diventi appetibile e vantaggioso con evidenti riflessi positivi anche per le zone urbane oggi più densamente popolate. Nei nostri paesi quando muore qualcuno si piange due volte: una volta per la scomparsa del caro estinto e una volta per la consapevolezza che col defunto se ne va anche un pezzo del paese che probabilmente non verrà mai più sostituito. Politici pensateci prima che si arrivi a un punto di non ritorno, a volte una scuola, un ufficio postale o un presidio sanitario, anche se anti economici in senso tecnico, valgono molto di più di una pineta.