Norcia, impianti sciistici di Forca Canapine chiusi

forca canapine neveNorcia, impianti sciistici di Forca Canapine chiusi

Un caso inspiegabile che fa già gridare allo sperpero di soldi pubblici. A Forca Canapine di Norcia in questi giorni gli impianti sciistici sono rimasti chiusi nonostante negli anni tanto il Comune che la Provincia di Perugia abbiamo scommesso molto sul turismo bianco. 

Secondo quanto riportato da Il Giornale dell’Umbria mancano i collaudi tecnici che non permettono l’accensione degli impianti di risali. Altro problema è l’assenza di un gestore.

Maurizio Ronconi dell’Udc segnalerà l’accaduto alla Corte dei Conti. 

2 Responses

  1. Alcune note che possano aiutare ad inquadrare ulteriormente la questione:
    – l’impianto di Forca Canapine è l’unico impianto a fune della Provincia di Perugia, ovvero dove si possa praticare sci da discesa. Il funzionamento dell’impianto fa da volano e provoca ricadute economiche positive sull’intero comprensorio nursino e della Valnerina, a prescindere dall’esercizio dell’impianto stesso, che può chiudere in passivo o in attivo. L’apertura dell’impianto riveste quindi un’importanza strategica per le economie del territorio e dovrebbe essere considerata una priorità sociale e economica, soprattutto in tempi di crisi come gli attuali.
    – prima del 2011 l’impianto era gestito dalla Società Nordica 2, marchigiana, che, tra molte difficoltà, soprattutto legate ai costi elevati di gestione, ha comunque mantenuto aperto l’impianto. La Provincia di Perugia contribuiva con i soli costi di spesa per l’elettricità dell’impianto. Dal 2011 il contratto con la Nordica 2 è stato risolto unilateralmente, dalla Provincia di Perugia, che ne ha comunicato lo sfratto al Gestore. Da allora sono cominciati i guai, e praticamente non ha quasi più funzionato, a parte qualche giornata nell’inverno 2011 e 2012. Ci si chiede, per quale motivo, data la palese incapacità dimostrata nel gestire l’impianto dall’Ente (anno 2011) e dei successivi Gestori individuati (anni 2012 e 2013), ci si sia tanto sforzati di levarne la gestione al vecchio Gestore ?
    – nell’articolo, come scusa per la chiusura, cita la catastrofica mancanza di neve nell’inverno 2014, dimenticando che tale mancanza è stata per tutto l’Appennino, e non solo per Forca Canapine. Al contrario, nell’anno in corso e negli altri anni passati dal 2011 a oggi, la situazione innevamento sulle piste umbre di Forca Canapine è stata più che soddisfacente, almeno dal mio giudizio di ciaspolatore che quelle zone le frequenta assiduamente.
    A conclusione, non credo la soluzione possa essere la vendita dell’impianto. E’ vero che i costi di esercizio porrebbero in rischio la solidità di qualsiasi azienda privata, a fronte di moderate possibilità di ricavi. Considerando quanto sopra, credo che l’Ente dovrebbe pensare ad una forma di contributo alla gestione che possa riattivare l’impianto. A fronte di piccoli contributi, è presumibile una ricaduta positiva sull’intero territorio. Questo credo dovrebbe essere il ruolo dell’Ente. L’alternativa, credo, non possa essere altra che la dismissione dell’impianto totale, e non il cullarsi nella chimera che qualche privato possa gestirlo. La dismissione dell’impianto comporterebbe comunque dei costi, o ci si dovrebbe rassegnare ad ammirare il lento degrado causato dalla ruggine dell’intera struttura. Dunque, ragionando con logica, tra le due soluzioni, e cioè spendere per un impianto funzionante, o spendere per la dismissione dello stesso, la scelta migliore mi sembra ovvia.

  2. Alcune note che possano aiutare ad inquadrare ulteriormente la questione:
    – l’impianto di Forca Canapine è l’unico impianto a fune della Provincia di Perugia, ovvero dove si possa praticare sci da discesa. Il funzionamento dell’impianto fa da volano e provoca ricadute economiche positive sull’intero comprensorio nursino e della Valnerina, a prescindere dall’esercizio dell’impianto stesso, che può chiudere in passivo o in attivo. L’apertura dell’impianto riveste quindi un’importanza strategica per le economie del territorio e dovrebbe essere considerata una priorità sociale e economica, soprattutto in tempi di crisi come gli attuali.
    – prima del 2011 l’impianto era gestito dalla Società Nordica 2, marchigiana, che, tra molte difficoltà, soprattutto legate ai costi elevati di gestione, ha comunque mantenuto aperto l’impianto. La Provincia di Perugia contribuiva con i soli costi di spesa per l’elettricità dell’impianto. Dal 2011 il contratto con la Nordica 2 è stato risolto unilateralmente, dalla Provincia di Perugia, che ne ha comunicato lo sfratto al Gestore. Da allora sono cominciati i guai, e praticamente non ha quasi più funzionato, a parte qualche giornata nell’inverno 2011 e 2012. Ci si chiede, per quale motivo, data la palese incapacità dimostrata nel gestire l’impianto dall’Ente (anno 2011) e dei successivi Gestori individuati (anni 2012 e 2013), ci si sia tanto sforzati di levarne la gestione al vecchio Gestore ?
    – nell’articolo, come scusa per la chiusura, cita la catastrofica mancanza di neve nell’inverno 2014, dimenticando che tale mancanza è stata per tutto l’Appennino, e non solo per Forca Canapine. Al contrario, nell’anno in corso e negli altri anni passati dal 2011 a oggi, la situazione innevamento sulle piste umbre di Forca Canapine è stata più che soddisfacente, almeno dal mio giudizio di ciaspolatore che quelle zone le frequenta assiduamente.
    A conclusione, non credo la soluzione possa essere la vendita dell’impianto. E’ vero che i costi di esercizio porrebbero in rischio la solidità di qualsiasi azienda privata, a fronte di moderate possibilità di ricavi. Considerando quanto sopra, credo che l’Ente dovrebbe pensare ad una forma di contributo alla gestione che possa riattivare l’impianto. A fronte di piccoli contributi, è presumibile una ricaduta positiva sull’intero territorio. Questo credo dovrebbe essere il ruolo dell’Ente. L’alternativa, credo, non possa essere altra che la dismissione dell’impianto totale, e non il cullarsi nella chimera che qualche privato possa gestirlo. La dismissione dell’impianto comporterebbe comunque dei costi, o ci si dovrebbe rassegnare ad ammirare il lento degrado causato dalla ruggine dell’intera struttura. Dunque, ragionando con logica, tra le due soluzioni, e cioè spendere per un impianto funzionante, o spendere per la dismissione dello stesso, la scelta migliore mi sembra ovvia.

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