Spoleto, artigiano disperato dopo multa di 5mila euro: “Chiudo”

Ispettori Inps lo hanno sanzionato per 5mila euro perché non aveva fatto il voucher da 50 euro alla nipote che saltuariamente lo aiuta

Abbiamo ricevuto una mail da parte di un artigiano del comprensorio di Spoleto, che si è firmato. Il nome abbiamo deciso di non pubblicarlo, a differenza della storia che almeno all’apparenza sembra la sintesi di un Paese, la nostra Italia, in cui non basta lavorare onestamente e duramente per avere una vita dignitosa e serena, mentre chi imbroglia e truffa, accantonando capitali in paradisi fiscali continua il più delle volte a vivere nell’agio creato col malaffare.

Ecco qua il racconto:

Dopo sedici anni di lavoro artigiano svolto con passione, onestà e sacrifici, sto seriamente valutando l’eventualità di chiudere la mia attività di panetteria e pizzeria.

Ho subìto la “botta” finale. In un periodo di assoluta crisi, due zelanti ispettori dell’INPS, sicuramente ligi ai propri doveri, hanno creduto bene di elevarmi un verbale, che sta comportando sanzioni a cascata per oltre 5.000 Euro, per un solo episodio in cui, dopo tre vani tentativi di inserirmi nel sistema informatico, ho rinunciato ad attivare un “voucher” da 50 Euro, mediante il quale mi avvalgo della collaborazione nei pochi giorni di maggiore impegno di una mia giovane nipote.

Infatti il mio piccolo esercizio non giustifica un dipendente stabile, neppure part-time. E’ vero, non sono ricorso ad internet per rimediare e questa mia mancanza mi ha condannato alla figura di evasore fiscale e datore di lavoro in nero!

Con la legge non si scherza e loro l’hanno applicata alla lettera, anzi pare mi abbiano anche gratificato del “minimo”, perché il massimo della sanzione risulterebbe di oltre 15.000 Euro!

Agli stessi ispettori non sarà stato difficile accertare che la mia attività si svolge in un contesto familiare, in una frazione di pochi abitanti, lontano mille miglia dai presunti guadagni che gli “studi di settore” pretenderebbero.

Tiro avanti, provengo da una famiglia di lavoratori onesti, accontentatisi del poco che hanno sempre avuto e non hanno potuto certo insegnarmi a rubare o frodare. Ma comunque ho un numero di matricola e questo è quanto interessa al Fisco e agli Enti per massacrarmi di tasse, tributi e sanzioni.

Dal basso delle mie “delittuose colpe”, il sottoscritto insieme a tanti miei colleghi nelle stesse condizioni – magari anche a nome di quelli più disperati fino a compiere gesti insani – ringraziamo sentitamente il governo di turno e tutto il sistema-Italia che ci stanno mandando a fondo.