L’accusa è di maltrattamenti e lesioni personali
E’ finita in tribunale la storia che vede protagonisti un uomo di 44 anni residente nel comprensorio spoletino e sua moglie che per anni, dal 2000 al 2007, sarebbe stata picchiata in diverse occasioni sia all’interno delle mura domestiche sia fuori e in un caso mentre era incinta della terza figlia.
L’accusa è di maltrattamenti e lesioni personali perché stando al quadro accusatorio l’uomo si sarebbe più volte scagliato contro la donna: una volta, tornato a casa ubriaco, avrebbe svegliato la moglie a schiaffi per poi scaraventarla sul pianerottolo procurandole ferite giudicate guaribili in 20 giorni, un’altra volta l’avrebbe tirata dalla macchina in cui stava parlando al telefono prendendola per i capelli perché -stando al racconto- voleva sapere con chi stava parlando. Durante la gravidanza, poi, l’uomo avrebbe riempito la moglie di calci minacciandola con una pistola e sparando un colpo in aria.
Non solo. Per allontanarsi dal marito, la donna in un primo periodo si sarebbe rifugiata a casa dei genitori, mentre in un secondo momento sarebbe stata accolta in una casa famiglia. Proprio qui però, stando alla ricostruzione, si sarebbe verificato l’ennesimo episodio violento: l’uomo durante la notte si sarebbe recato nella struttura, aprendo la porta a spallate solo per vedere se la moglie fosse in compagnia di qualcuno.
Alla donna non sarebbero mancati neanche gli insulti sul suo aspetto fisico e l’uomo avrebbe inviato sms erotici ad alcune parenti di lei.
Il processo a carico del 44enne si sarebbe dovuto aprire ieri mattina di fronte al giudice Augusto Fornaci che, però, lo ha rinviato alla collega Delia Anibaldi dichiarandosi incompatibile in quanto aveva già trattato il caso in qualità di gip.