Spoleto, un assaggio del libro di Tommaso Cerno: Inferno, la Commedia del Potere.
Manca poco all’attesissimo incontro con Tommaso Cerno che sabato al Chiostro di San Nicolò ci racconterà il suo Inferno con i personaggi della Seconda Repubblica. Nei gironi del nuovo inferno dantesco si agitano le anime colpite dalla legge del contrappasso e nell’ultimo girone, quello più lontano dal Paradiso, risiede nudo su una pietra Silvio Berlusconi .
Ecco le terzine che lo riguardano :
«Silvio son, che in terra ho governato,
e che rege son qui nell’altro regno
sotto tutti, che mai prima ero stato.
L’inno che tu ascolti fu ’l mio segno
che in vita canto’ li miei successi,
non qui dove conta piu’ alt’ingegno.
Cosi’, peggio ancor dei miei processi,
vago senza piu’ fama ne’ ricchezze
a cercar di uscir da ’sti recessi.
Di me si disse ’l vero e nefandezze,
fui grande, fui piccin, fra luce e tuoni
fui tutto, niente e mai misure mezze.
Silvio son, maggior dei Berlusconi,
di Seconda Repubblica primate,
d’Italia imperator, senza padroni.
Nacqui meneghin, e fu a Segrate
che sorse la seconda mia Milano,
che da giullar mi fece gran magnate.
Ecco l’intervista dell’autore tratta dall’Espresso : «Il mio Berlusconi è comunque re, l’unico re della Seconda repubblica, quello che dà il proprio nome a questi anni. Un re che critico, che contesto, ma cui lascio modo di spiegarsi, perché vi sono anche delle luci fra tante ombre, vi sono delle capacità indiscusse che Berlusconi ha e che la sinistra non è stata capace di sconfiggere, almeno non nelle urne» ( L’Espresso 28 maggio 2013)
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