Una breve intervista in cui il Maestro Robert Wilson parla del suo spettacolo “Peter Pan”
Pubblichiamo l’intervista fatta dall’Ufficio Stampa del Festival dei Due Mondi a Bob Wilson:
Come è nata l’idea di Peter Pan?
Quando era giovane, al liceo, avevo assistito a una messainscena di Peter Pan e mi ricordo di esserne rimasto colpito. Più tardi ho assistito a Broadway a una versione del regista Jerome Robbins, che mi aveva molto emozionato, mentre avevo trovato mediocre la versione cinematografica della Disney. L’amico con cui avevo visto lo spettacolo a Broadway mi disse: “Peter Pan sarebbe perfetto per te”. L’idea era rimasta a sedimentare fino a quando Claus Peymann – il direttore del Berliner Ensemble – mi chiese se avevo idee per un nuovo spettacolo ed è stato lui successivamente a suggerirmi Peter Pan.
Il suo spettacolo sembra molto lontano dal racconto per ragazzi.
In effetti è molto differente dalla versione edulcorata di Disney, volevo farne uno spettacolo che fosse insieme melanconico e leggero. La leggerezza è affidata alla parte musicale creata dal duo CocoRosie. L’aspetto melanconico è nel testo stesso e nella traduzione tedesca di Erich Kästner che ho usato per la messinscena. Lo spettacolo inizia e si conclude con la canzone di Peter Pan, La morte è l’avventura più grande.
C’è qualcosa di autobiografico in questo spettacolo?
In questo come in tutti i miei lavori. Forse Hamlet a monologue – prodotto nel 1995 – è stato il lavoro in cui mi sono esposto di più. Ne ero anche l’interprete unico e al centro del testo c’è il rapporto con la madre. Non è così anche in Peter Pan? La piccola Wendy non si trasforma forse nel corso della pièce in una madre terribile?
Da cui gli aspetti cupi…
Sì ma mitigati dalla levità poetica della musica delle CocoRosie, che attenua le asperità del testo con un velo di dolcezza.
Ormai lei è un ospite fisso a Spoleto, qual è il legame con il Festival?
C’è una stima reciproca tra me e il direttore artistico Giorgio Ferrara. Nella pace di questo affascinante borgo ho creato alcuni degli spettacoli di maggior successo degli ultimi anni The Old Woman che ha registato il tutto esaurito a New York questa settimana e ha appena ricevuto il premio della critica francese come miglior spettacolo straniero; Krapp’s Last Tape dove io sono anche in scena e Happy Days con una meravigliosa Adriana Asti. Ma il legame ha radici profonde, nel 1974 qui ho presentato Letter to Queen Victoria, il mio primo spettacolo a essere invitato a un festival in Italia.